Perché la colpa è sempre degli altri
La colpa, si sa, è sempre degli altri. Sempre!
Lo diciamo, ripetiamo e ribadiamo, con la massima convinzione, ogni giorno. A tutti i livelli.
Lo dice il governo: se le cose non vanno come dovrebbero, la colpa è del governo precedente, che non ne ha azzeccata una. O dell’Europa, che ci schiavizza. O degli immigrati, brutti e cattivi. O dei giornalisti faziosi.
Lo dice la signora Maria: se non riesce a far quadrare i conti familiari è per colpa dei politici, tutti ladri per definizione.
Lo dice mia figlia: se prende un’insufficienza non è perché non ha studiato abbastanza, ma perché gli insegnanti ce l’hanno con lei. Proprio oggi mi ha confidato di essere vittima di un complotto dei poteri forti: i professori. Che, in effetti, esercitano più potere di lei. Ma perché ce l’avrebbero con te?, le ho chiesto. E lei: Che ne so io, dovresti chiederlo a loro!
Attribuire la colpa agli altri è comodo: noi non c’entriamo niente, è tutta colpa loro! E’ un bello scaricabarile, per carità: nulla da eccepire. Però questo scarico di responsabilità non ha solo effetti positivi sul nostro morale. Anzi: quelli negativi sono ben di più. Perché:
1) Se la colpa dei miei insuccessi è sempre degli altri, rinuncio a impegnarmi. A darmi da fare. A provarci. Tanto, so già in partenza che non ce la potrò mai fare! E allora, a che serve mettercela tutta? E’ tutta fatica sprecata!
Questo atteggiamento costituisce il modo migliore per demotivarti. Per sentirti impotente. Come un burattino i cui fili sono tirati da altri. E non è una bella sensazione!
2) Se la colpa è sempre degli altri, rinuncio non sono a impegnarmi. Ma anche a crescere. E cresciamo soltanto attraverso l’acquisizione di consapevolezza. Che viene dall’autocritica. Che non significa fustigarsi, colpevolizzarsi, accusarsi. Ma rendersi conto dei propri errori. Per non commetterli più.
Vogliamo far passare gli anni inutilmente, azzerando qualunque progresso? Continuiamo a pensare che la colpa è sempre degli altri. Il tempo passerà, diventeremo vecchi, ma resteremo sempre i soliti coglioni.