autodifesa personale

Da molti anni, come forse qualche mio lettore sa, tengo corsi di autodifesa. Per insegnare a picchiare gli altri? No, per insegnare a difendersi. Nel caso in cui qualcuno ti voglia aggredire.
Frequentare un corso di difesa personale ha un costo. Economico: quei soldi non li puoi spendere in altro, ad esempio in vestiti o in farmaci. E in termini di tempo: se vai in palestra non puoi, contemporaneamente, guardare la televisione, o andare al ristorante.

E’ un concetto semplice. Banale. Ma non tutti lo capiscono. Mi riferiscono a quanti criticano la decisione europea di riarmarsi. Per due motivi: perché costa. E quei quattrini non possono essere utilizzati, purtroppo, per la sanità o per i trasporti. E perché il riarmo, cioè la difesa personale, sarebbe qualcosa di violento, aggressivo, immorale.

Perché l’Europa si riarma? Per invadere la Russia? Per proseguire, fino all’ultimo soldato, la guerra in Ucraina? No. Lo fa per deterrenza. Cioè per scoraggiare eventuali aggressori. Anche noi City Angels, con la nostra divisa, facciamo deterrenza. Non andiamo certo per le strade a picchiare il primo che capita; ma chi ci vede si sente rassicurato, e i malintenzionati si allontanano. Perché sanno che se volessero fare del male a qualcuno non ci volteremmo dall’altra parte.

I due gemelli politici Trump e Putin lo hanno ripetuto fino allo sfinimento, il primo in modo brutale, il secondo tra le righe: oggi più che mai la geopolitica si basa su un solo elemento. La forza. Militare. Ed economica. Se sei forte, quindi hai un esercito agguerrito e un’economia florida, vieni rispettato. E ti puoi sedere ai tavoli che contano. Altrimenti sei una pulce, uno scarafaggio che i più forti schiacceranno senza farsi troppi scrupoli.
E’ la legge della giungla, come insegno nei miei corsi di difesa personale. Quale gazzella viene sbranata dal leone? La più debole. Quella zoppa. O anziana. O appena nata. Quella, insomma, che non riesce a fuggire in tempo. E nel nostro mondo darwiniano quale nazione viene aggredita? La più debole. A meno che quest’ultima non abbia un protettore. Gli Stati Uniti ci hanno protetti dal 1945 fino alla presidenza Biden. Con Trump non più. Con Trump l’Occidente, inteso come alleanza e comunanza di valori, non esiste più. Trump ha fatto capire che tra Putin e noi europei preferisce lui. Quindi in caso di aggressione russa probabilmente non muoverebbe un dito. O, addirittura, appoggerebbe lui, non noi. Dicendo, come fa nel caso dell’Ucraina, che è colpa nostra. Che noi siamo i cattivi, perché noi l’abbiamo provocato, circondato, costretto.

E allora, cosa dovremmo fare? Lasciare che lo Zar abbia campo libero? Escludo che i carri armati russi arriveranno in Italia. Ma in quel che resta dell’Ucraina, in Moldavia e nei Paesi baltici sì. E credo che Putin, uomo molto intelligente e astuto, userà la guerra ibrida – i troll, le fake news, i finanziamenti occulti – per far vincere i partiti a lui legati in tutti i Paesi europei dove questo gli sia possibile. E non gli servirà invadere uno Stato satellite della Russia. Mica si sogna di invadere la Bielorussia: è già sua, per interposto dittatore. O di attaccare l’Ungheria: è governata da Orban, suo sodale.

Come scrisse Machiavelli riferendosi a Savonarola, “i profeti armati vinsero e i disarmati (come  lui) andarono in rovina”. Lo dicevano gli antichi romani, e l’ha ripetuto in questi giorni il Vicepresidente americano J. D. Vance, acerrimo nemico di Zelensky: Si vis pacem, para bellum. Noi vogliamo la pace, quindi ci dobbiamo armare. Non per aggredire, ma per essere abbastanza forti da disincentivare gli aggressori.
Per questo a chi mi dice che non dobbiamo riarmarci, perché questo significa essere guerrafondai, gli rispondo: Se compri lo spray al peperoncino è perché vuoi andare in giro ad accecare le persone? Se vieni ai miei corsi è perché vuoi ammazzare qualcuno di botte?

Dubito, però, che l’Europa, divisa com’è, riesca a predisporre una difesa credibile. E allora al Vecchio Continente, minacciato dalla Russia e abbandonato dall’America, forse non resterà che cercare protezione nell’unica superpotenza che rimane: la Cina.

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