La Gallura, Caddura in sardo, è un territorio che si estende nella Sardegna nord-orientale con testimonianze culturali locali che risalgono a circa 20.000 anni fa. Il termine deriva dal fenicio ‘Gàlil’, il cui significato è ‘territorio montano’: verosimilmente potrebbe essere questa l’origine della denominazione di un’area geografica non esattamente pianeggiante, che dall’isola della Maddalena scende attraverso il versante orientale, passando per Arzachena, abbracciando l’attuale Costa Smeralda giù fino a Olbia e Tempio Pausania, San Teodoro e Budoni.

L’architettura, dal periodo nuragico a quello romano, privilegia il granito quale materiale da costruzione. Olbia conserva reperti murari punici, mentre in tutta la regione si individuano numerose vestigia romane, cultura questa che ha fortemente influenzato, insieme a quella corsa, il contesto socio-economico  fino alle invasioni vandaliche. Successivamente la Gallura diviene colonia pisana. Attraverso la dominazione aragonese giunge al periodo sabaudo senza mai perdere il connotato di terra popolata da famiglie con forte senso di indipendenza, refrattarie all’osservanza di regole costrittive, con una tendenza autonomistica, difficilmente estinguibile da parte dei vari dominatori succedutisi al governo della regione.

Oggi la popolazione gallurese  costituisce il nucleo isolano con il maggior reddito pro-capite, fattore dovuto principalmente allo sviluppo dell’attività turistica.

La naturale vocazione ambientale della costiera nord-orientale trovò il suo pigmalione all’inizio degli anni Sessanta: l’Aga Khan Karim. Appartenente alla ‘setta degli Assassini’ afferente alla tribù degli Ismailiti dell’Islam Sciita, divenne imam del popolo dei Nizariti, e quindi molto facoltoso, alla fine degli anni Cinquanta.

Si tramanda che, nel 1958, il giovane imam acquistò, senza sapere di cosa si trattasse, una quota pari a 25.000 dollari di un soggetto giuridico pensato per il controllo della proprietà terriera gallurese, l’attuale compendio circostante Porto Cervo,  dall’allora vicepresidente  della Banca Mondiale, John Duncan Miller. Il tycoon inglese durante una crociere compiuta a bordo del suo yacht, per verificare i risultati della lotta contro le zanzare nelle zone sarde allora con alto tasso malarico, era rimasto incantato dalla baia denominata Cala di Volpe e dalle baie circostanti.

Karim aveva successivamente organizzato una visita via terra ai luoghi oggetto del suo investimento, in un giorno piovoso e ventoso, ed era rimasto piuttosto deluso dalla viabilità, costituita da mulattiere, e dal difficile accesso alle calette facenti parte del contesto territoriale locale.

Tornato, invece, l’anno successivo via mare partendo dalla Costa Azzurra, dove si trovava in vacanza con un gruppo di amici, fu letteralmente folgorato dalla bellezza delle coste e si convinse a costituire il ‘consorzio Costa Smeralda’ per lo sviluppo immobiliare prima del Pevero e poi di un’area sempre più ampia pari a quanto oggi viene denominato Porto Cervo e dintorni.

Si deve tuttavia dare il giusto merito ad una famiglia discendente da tre Dogi,i Donà delle Rose, che ebbero il coraggio e l’idea di creare il fenomeno Costa Smeralda partendo da Porto Rotondo, polis costruita intorno all’agorà dell’omonimo centro turistico, nato da una brillante operazione immobiliare e di gran valenza architettonica e turistica, investimento poi ceduto  per traversie finanziarie all’Aga Khan.

 

Tag: , , , , ,