Azioni Eni o non azioni Eni ?

Lorenzo Raffo, firma prestigiosa del LombardReport.com, spiega al popolo degli investitori se e perché possa convenire detenere azioni Eni, che di solito sono il bread and butter degli investitori meno evoluti. Di seguito un estratto del suo articolo …

“Dopo l’acconto sul dividendo 2017 (relativo all’esercizio 2016) di 0,40 euro per azione, staccato il 19 settembre 2016 e messo in pagamento il 21 settembre scorso, per chi detiene azioni ENI si passerà in primavera all’incasso del saldo. Le previsioni 2016/2017 e 2017/2018 si muovono per una cedola complessiva in linea con quella del 2015 a 0,80 euro (quindi 0,40 come seconda rata), mentre dal 2018/2019 potrebbe salire a 0,84 euro, a fronte di un utile netto stimato a 3 miliardi di euro (2,7 miliardi nel 2017 e 685 milioni nel 2016). C’è chi scommette però nell’anticipo già al 2017/2018 dell’incremento del dividendo delle azioni ENI.

Trend azioni ENI: dopo un progressivo rialzo dal 2010 fino al 2014 (1,04 euro nel 2011 – 1,08 euro nel 2012 – 1,10 euro nel 2013 e 1,12 euro nel 2014), si è registrata una contrazione, che ha riportato nel 2015 la barra dei dividendi sotto 1 euro, con il pagamento di 0,80 euro, causa le difficoltà del comparto petrolifero e un quadro generale dei profitti della società in netto calo. Il “dividend yield” è variato parecchio: 6,1% nel 2010, 6,6% nel 2011, 5,9% nel 2012, 6,5% nel 2013, 7,6% nel 2014 e 5,7% nel 2015.

Payout ratio azioni ENI: valori altalenanti per la società italiana, che mediamente dal 2008 in poi ha distribuito circa il 55% dei profitti. Nel 2014 si è avuta l’anomalia di un valore del 313%, mentre nel 2015 si è registrato un payout negativo del 33%, a causa delle perdite accumulate nell’anno.

Data pagamento azioni ENI: il saldo di 0,40 euro sarà versato nella seconda metà di maggio.

Imposizione fiscale azioni ENI: 26%

Livelli ottimali di entrata azioni ENI: è evidente che per chi guarda al “dividend yield” il fattore ribasso delle quotazioni è fondamentale. Ecco perché noi segnaliamo sempre prezzi tendenzialmente bassi da monitorare in presenza di trend negativi dei mercati. Considerando che oggi Eni quota sui 15,70 euro ne consegue – con un dividendo di 0,80 euro – un rendimento lordo del 5,1%, contro un 5,22% al vicinissimo supporto di 15,30 e un 5,63% a 14,2 euro, cioè poco sotto il “gap” di apertura del 12 dicembre scorso, che potrebbe essere chiuso nel caso di debolezza del petrolio o dei mercati”.

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2017 03 31 registrati free lombard

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