Come si valuta una obbligazione ? Lo so, tutti penserete allo yield to maturity ovvero il rendimento a scadenza. Bene, diciamo che questo strumento, per quanto utile per fare una prima scrematura delle migliori obbligazioni, non è lo strumento definitivo. E questo per una semplice ragione: il tasso di interesse è la variabile incognita, data, e parte dal presupposto che il mercato delle obbligazioni, che esprime il prezzo della stessa obbligazioni, sia efficiente. Allora ribaltiamo il gioco: facciamo che il tasso di interesse di quella obbligazione lo calcoliamo noi, in via presuntiva ovviamente, e poi lo inseriamo nella formula per scontare prezzo di rimborso e cedole e noi stessi calcoliamo un prezzo … un prezzo stimato, nostro, soggettivo fin che si vuole ma che per noi è il fair value. E da questo calcolo andiamo ad estrapolare quello che è una sottovalutazione o ipervalutazione della nostra obbligazione ed agiamo di conseguenza: compriamo l’obbligazione se è sottovalutata dal mercato e la vendiamo se è ipervalutata. Ecco, abbiamo ribaltato le carte in tavola. Magari a qualcuno che ha una conoscenza superficiale del mondo delle obbligazioni stiamo dicendo delle cose assurde ma è così: considerare solo il rendimento a scadenza significa agire in base ad informazioni che forse avrete letto sul vostro libro di finanza aziendale o mercati finanziari all’università ma che non sono corrette sotto il profilo operativo. Massimo Gotta, consulente finanziario e collaboratore storico di LombardReport.com, spiega in un video molto interessante come si possa entrare nel campo delle obbligazioni con il piede giusto compiendo valutazioni delle obbligazioni che possono  portare a delle indubbie soddisfazioni:

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