Spread BTP-BUND: i numeri della morte
Spread BTP BUND: i giornalisti economici non ci capiscono una beata mazza e ne parlano come se fosse un totem. E ogni giorno leggiamo i giornali come bollettini di guerra con indicazioni di dove sia arrivato lo spread. Terrore dei terrori. In realtà quello che conta non è sapere che oggi lo spread ha chiuso a 230 quello che importa è sapere dove sono le resistenze che lo trasformano in una arma di distruzione di massa.
Innanzi tutto lo spread è una differenza di tassi per cui si può ampliare o accorciare per movimento autonomo di uno di entrambi gli elementi, ripeto di uno di entrambi gli elementi. Non ci sono magie e non ci sono riti esoterici. Dire che si amplia lo spread senza specificare se sale il rendimento del BTP o se scende quello del BUND non ha senso perché vedi i sintomi della malattia e non ne vedi le cause e non necessariamente se sale il rendimento del BTP cala quello del BUND.
Per seguire la crisi passo dopo passo leggi l’Indipendente di Borsa www.emiliotomasini.it
In secundis quello che conta sono come in un qualsiasi grafico di Borsa i massimi e i minimi relativi: nella fattispecie odierna abbiamo un massimo a 212 circa segnato nell’aprile del 2017 e quindi se e solo se questo venerdì avremo uno spread ben ampiamente sopra quel livello potremo iniziare a preoccuparci di una possibile discesa nell’inferno.
Il fatto che oggi per un attimo la resistenza sia stata rotta potrebbe essere un peccato veniale.
Stiamo a vedere, sicuramente con il cuore in gola, ma non certamente con il panico addosso perché in Borsa non tutti i prezzi sono uguali, ci sono quelli che contano e ci sono altri prezzi che non contano nulla.
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