Tu gestisci l’aspetto fiscale della tua azienda, grande o piccina che sia, come una multinazionale ?

A questa domanda tutti abbassiamo gli occhi e soprattutto la cresta: non c’è niente di più lacunoso che la pianificazione fiscale a livello di piccola e media impresa.

No, non stiamo parlando di evasione fiscale, di siti dove ti promettono la libertà finanziaria e il passaporto di Panama o altre scempiate del genere.

Stiamo parlando del lavoro che spesso non fanno i commercialisti perché semplicemente non è produttivo farlo (poi loro ti raccontano che non è etico ma la verità è che costerebbe loro troppo lavoro).

Negli altri paesi la chiamano ottimizzazione fiscale.

In Italia non esiste, o meglio esiste quando vai a negoziare i compensi del commercialista che ti racconta che “poi ci troviamo a giugno, facciamo un bilancio provvisorio e vediamo cosa fare”.

A giugno regolarmente non ti chiama nessuno.

Il quadro si complica quando si aggiunge l’aspetto della internazionalizzazione, che la piccola e media impresa non sa mai come affrontare perché il commercialista medio italiano se gli porti una fattura olandese se la mette in bocca e cerca di masticarla: non sa cosa è …

Innanzi tutto per molte piccole e medie imprese destinate alla internazionalizzazione la prima cosa da decidere è la residenza fiscale.

Può succedere infatti che una piccola e media impresa sia già di per sé una multinazionale tascabile se solo ci fossero delle linee guida in termini di marketing e di pianificazione organizzativa.

Mi è capitato il caso di una SRL italiana che ha semplicemente aperto un sito in inglese e dopo 1 anno fatturava il 60% all’estero e il 40% in Italia.

Ma ormai la frittata era fatta e la struttura era tutta italiana con le problematiche del caso (mancanza di personale bilingue, mancanza di credibilità all’estero, assenza di appoggi bancari all’estero, etc. etc.).

Se fai un business che ti può esplodere in faccia se internazionalizzi un pochettino forse è meglio che pensi da subito a come fare per strutturarti in modo da essere una multinazionale tascabile.

E quindi le domande di come fare a calcolare il carico fiscale, di come stabilire dove sei residente fiscalmente come impresa sono domande non solo legittime ma necessarie.

E questo soprattutto in una era dove non si capisce più dove il business possa esistere senza l’e-commerce e senza Amazon, anche se vendi spazzole di setola piuttosto che zainetti da bambino.

Ad esempio esiste una grande confusione tra gli imprenditori su cosa sia una filiale (società di diritto estero direttamente controllata da società italiana e con stabile organizzazione all’estero) e cosa sia una succursale (ufficio estero che entra direttamente nella contabilità della casa madre italiana senza nessun autonomia giuridica, come se fosse un ufficio secondario all’estero).

Ovviamente il rischio di contenzioso con il fisco varia notevolmente da una situazione all’altra.

Ma se non vuoi rischiare puoi sempre organizzare un ufficio di rappresentanza.

Insomma, devi fare le cose e farle per bene.

Altrimenti puoi incappare in quella che l’Agenzia delle Entrate chiama “riqualificazione della residenza da un paese estero all’Italia” e che in parole povere significa un mare di sanzioni e di tasse da pagare. Altro che doppia imposizione, ti puoi trovare nel caso di una tripla imposizione …

L’Avv. Dott. Comm. Paolo Franzoni questo giovedì 11 giugno ore 18.00 spiegherà come espandersi all’estero senza cadere in una delle tante trappole che la complicazione endogena della normativa tributaria italiana produce. Franzoni è autore del best seller italiano “La stabile organizzazione dei redditi”, Egea.

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Ancora una volta non stiamo parlando di quelle che l’OCSE chiama “conduit companies” e che sono le società fatte apposta in zone a tassazione privilegiata per attrarre gli investitori esteri. Su queste l’Agenzia delle Entrate è particolarmente vigile e ti assicuriamo che non è così facile fare il furbo.

Sappi che si può considerare la sede effettiva piuttosto che quella risultante dallo statuto di una società.

E’ il famoso “place of effective management”.

Non basta avere una casella postale all’estero per essere residente all’estero.

E non basta nemmeno avere l’avvocato FRITZ come amministratore delegato perché nel contempo lui è amministratore delegato anche di altre 1873 società che producono spazzolini da denti, fanno consulenza marketing e vendono francobolli on line.

Devi studiare bene come fare perché non è il problema se vuoi evadere le tasse perché a quello ci pensi tu da solo il problema è diverso se vuoi fare le cose onestamente ed entri invece in un mare di guai.

Ne parleremo con l’Avv. Dott. Comm. Paolo Franzoni questo giovedì 11 giugno ore 18.00: si tratta di una delle persone più qualificate in Italia per approfondire la esterovestizione delle persone giuridiche perché autore del best seller italiano sull’argomento (La stabile organizzazione dei redditi, Egea).

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