Che il mercato italiano delle acquisizioni bancarie fosse in fibrillazione lo abbiamo detto più volte, e nelle ultime settime sono girati molti rumors e indiscrezioni sul gruppo francese Credit Agricole che in Italia controlla la ex CariParma.

Si è parlato con insistenza di un interesse di Credit Agricole per il BancoBPM, tant’è che l’Economia, inserto economico del Corriere della Sera il 19 ottobre scriveva: “Sta per nascere il secondo gruppo bancario italiano. Anzi, se non fosse stata per la recrudescenza della pandemia da Covid-19, Banco Bpm e Crédit Agricole avrebbero probabilmente già annunciato l’operazione di fusione delle rispettive attività sul territorio italiano”.

Invece Credit Agricole – scrive Stefano Bonini, editorialista de L’Indipendente di Borsa –  ha lanciato questa mattina un’OPA su CREVAL a 10,5 euro per azione, con un premium price del 21,4% rispetto alla chiusura di venerdì.

Azione da tenere sotto osservazione perché non è escluso ci possano essere rilanci da parte del gruppo francese (così come fatto da Intesa-SanPaolo con UBI)  allo scopo di raggiungere il 66.7%, del capitale con diritto di voto, della banca valtellinese.

Non a caso, viene de dire, verso la fine della scorsa settimana è iniziata a farsi insistente la voce di un certo avvicinamento tra BancoBPM e BPER, la stessa che gli analisti di Goldman Sachs stanno tenendo sotto osservazione.

Con questa fusione – conclude Bonini su l’Indipendente di Borsa – ecco che si creerebbe davvero un importante gruppo bancario Italiano, persino più grande di Unicredit.

Con questa prospettiva, Mustier, Amministratore Delegato di Unicredit, che da mesi esclude fusioni in tempi stretti, sembra abbia iniziato a parlare con il BancoBPM e soprattutto con MPS.”

Quest’ultima è oggi di proprietà del Tesoro, dopo averla salvata nel 2017, deve essere venduta a stretto giro e ha arruolato diversi advisor finanziari e legali per trovare un partner.

Già questo sarebbe un motivo per tenere sott’occhio le azioni MPS, in aggiunta giovedì ci sarà il CDA della banca, il quale dovrebbe affrontare il nodo dell’aumento di capitale, previsto fra i 2 e 3 miliardi di euro.

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