Per lungo tempo li abbiamo attesi, e finalmente oggi gli ETF bilanciati sono una realtà consolidata nel panorama del risparmio in Italia.

Li abbiamo attesi a lungo perché, a dire il vero, si sentiva la mancanza di un corrispettivo dei fondi comuni di investimento.

Potremmo sintetizzare il tutto con una metafora: “se non puoi sconfiggerli ti ci allei”.

Sì perché per lunghi anni gli ETF si sono nettamente contrapposti ai fondi comuni di investimento, i quali a loro volta, continuano inossidabili a essere il punto di riferimento indiscusso del risparmio gestito in Italia e nel mondo.

E’ sotto gli occhi di tutti che gli ETF, nel corso degli anni, abbiano fatto di tutto per assomigliare ai fondi comuni di investimento: prima gli Smart Beta, adesso gli ETF bilanciati.

A dire il vero non sono una novità assoluta, infatti, strumenti quali l’Xtrackers portfolio, di cui parliamo nel video, è in quotazione da diversi anni ma ha una sola allocazione possibile ovvero 60% azionario e 40% obbligazionario.

Gli ultimi nati invece, sono i Vanguard Lifestrategy che propongono una allocazione di capitale crescente in base al rischio accettato dal sottoscrittore con la formula 20%, 40%, 60%, 80% azionario.

Abbiamo così scoperto gli ultimi ETF nati, ma a questo punto ci siamo chiesti: se proprio vogliono assomigliare ai fondi perché non confrontarli con i fondi stessi?

ETF bilanciati vs fondi comuni di investimento bilanciati.

Guarda questa video guida che abbiamo preparato, nella quale abbiamo proprio messo in relazione questi due mondi fino ad oggi inavvicinabili.

Quali sono i vantaggi degli ETF bilanciati?

E’ facile, ancora una volta, seguendo la tradizione degli ETF puntare il riflettore sui costi, l’Xtracker ha un TER dello 0.70%, che già è eccezionale, mentre il Vangard addirittura dello 0.25% annuo!

Al contrario, i fondi che abbiamo visto prima si aggirano fra l’1,30 al 2%, dunque sicuramente costi più alti.

Esistono dei punti a favore sui fondi comuni bilanciati vs gli ETF bilanciati?

Certamente!

Il segreto sta nelle pieghe del regolamento.

Devi sapere infatti che i gestori dei fondi (che sono delle persone), a differenza dei gestori degli ETF (che sono dei software) non solo possono realmente spaziare nell’acquisto di ogni strumento possibile da azioni, ad obbligazioni, a future e via discorrendo, ma a differenza degli ETF loro possono anche detenere buona parte (non tutto) del patrimonio del fondo in liquidità.

Sottraendola così alla volatilità momentanea del mercato a tutto vantaggio del NAV che a sua volta sarà meno volatile.

Certo, bisogna avere gli strumenti giusti per scovare i fondi giusti.

Mentre se preferiamo utilizzare gli ETF, anche in questo caso è fondamentale dotarsi di uno strumento, quale il Trendycator ad esempio, ma anche medie mobili o quello che preferite, volti a individuare (ed evitare) i momenti di maggior calo dei mercati.