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Vite perse per sempre, vite difficili, vite da emigranti. Un tema forte a cui anche i compositori prestano attenzione. E non solo sul piano del dibattito, ma anche e soprattutto della creazione. L’ultimo esempio arriva da Franco Piersanti, autore affermato e di lungo corso. Dal 1976 a oggi ha firmato oltre cento produzioni per il cinema, teatro e televisione. Sabato 20 febbraio porterà in scena all’università Sapienza di Roma un “Requiem” proprio dedicato ai destini di quanti lasciano la loro terra martoriata da guerre o da miseria in cerca di chance di salvezza, ma che in molti casi trovano poco, se non nienre, se non la tragedia. “Una composizione dedicata a quella vite perse per sempre – spiega il musicista – inseguendo un sogno, a quei volti sconosciuti, alle loro storie sconosciute. E a loro ultimi gesti di vita a cui voglio e sento di dover rivolgere un pensiero musicale”.

Lirismo e compassione, in un programma che prosegue con una selezione di colonne per i film di Amelio, Giordana, Luchetti  e Moretti, e per due produzioni televisive “Il commissario Montalbano” e “I ragazzi della via Pal“. “Nel pensare la musica per le storie e le immagini del cinema – prosegue – ho sempre temuto, e per questo evitato i pericoli di una certa retorica che, spesso e facilmente, musica e immagine insieme possono produrre”. E aggiunge: “In questo mestiere ho sempre avuto pudore nel far parlare chiaro i sentimenti, nello svelarli attraverso i suoni, poiché preferisco nascondere, astrarre, allontanarmi dal soggetto emotivo”. Nato a Roma, Piersanti inizia la sua attività musicale come contrabbassista, finchè Nino Rota lo prende come suo assistente e lo incoraggia ad esordire come compositore per il cinema. Determinante anche l’incontro con Nanni Moretti, che gli propone di scrivere le musiche per il suo primo lungometraggio “Io sono un autarchico”: è il 1976 e questa esperienza apre un sodalizio durato fino ad oggi.

Fino al suo “Requiem” di oggi, da non intedersi ovviamente come composizione di genere liturgico. In questo caso, l’opera di Franco Piersanti si muove verso nuove direzioni. Nel XX secolo il genere di requiem di guerra è probabilmente il più alto e comprende alcune composizioni dedicate alla memoria delle persone morte in tempo di guerra. Sempre più spesso include liriche di carattere non liturgico, includendo ad esempio poesie di pacifisti, come nel caso del War Requiem di Benjamin Britten che giustappone il testo in latino con la poesia di Wilfred Owen. I diversi requiem incentrati sull’olocausto possono essere considerati all’interno di questo genere.
In allegato: musiche di Piersanti