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Alphabet è il nuovo album firmato da Roberto Cacciapaglia: è stato registrato nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano. Con una scaletta di dodici composizioni, il compositore milanese che per realizzare il suo ultimo lavoro ha scelto le sale di quel luogo che frequenta da quando era bambino, ha chiuso un percorso sperimentale tra musica classica ed elettronica cominciato diversi anni fa.

“Ho raccolto i miei studi sull’elettronica – dice Cacciapaglia intervistato dall’Ansa – sintetizzando il tutto nel suono del solo pianoforte”. E la sintesi musicale che l’artista ha cercato come prosecuzione del lavoro cominciato con i precedenti, “Quarto tempo” e ’Canone degli spazi”, è cominciata nella definizione del titolo che per lui ha un significato che va al di là dell’interpretazione musicale.

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“L’alfabeto è come il suono – racconta – e come la sorgente delle sue possibilità di linguaggio. Si parte da un suono puro che poi si trasforma in comunicazione differente a seconda delle epoche. Il suono è sempre lo stesso, sono le maschere che indossa che cambiano”. Ricercatore per eccellenza, in questo caso Cacciapaglia ha trovato il modo di sintetizzare i due generi con l’utilizzo del solo pianoforte.