Morti di ipocrisia
Se domani mattina, speriamo di no, dovessi fare un incidente mortale con il motorino mentre vado a fare un’intervista, sarei considerato, per le statistiche, un morto sul lavoro. I commensali mi perdoneranno la macabra suggestione, ma serve per evitare di parlare di morti senza mai mettersi, anche ipoteticamente, in discussione. Ebbene circa il 70 per cento dei circa 1200 morti sul lavoro, sono deceduti per incidenti stradali. Qualcuno pensa dunque che il mio datore (l’odiato Berlusconi, in questo caso jr) sia responsabile anche di questo? Mi metto in discussione in prima persona e paradossalmente perchè mi sembra che su questa faccenda si stia facendo un baccano ipocrita che nulla ha a che vedere con le morti drammatiche sul modello Thyssen. Oggi mi sono dilungato sul giornale esattamente su questo tema. Il consiglio dei ministri pensa che basti una legge e una sanzione dura per ridurre gli incidenti sul lavoro. Si tratta di un alibi insopportabile, soprattutto vista la gravità del tema che affronta. Anzi più norme, più burocrazia, più imposizioni rischiano di metterne fuori legge le imprese marginali, quelle per le quali il rischio professionale è maggiore.