Oggi Repubblica si appassiona a Copenaghen e al vertice sull’ambiente. Per farlo ci racconta della “capitale verde, luci soft, bici e mulini a vento i segreti del modello Copenaghen”. Porca miseria pensare che il cuoco è costretto a Milano. A Copenaghen si è in paradiso: il 17 per cento dell’elettricità, ci dice il servizio, proviene da fonti rinnovabili, ci sono 5300 turbine eoliche istallate nel paese e via discorrendo. C’è la straordinaria storia della famiglia Bang che “si candida ad essere una delle novantamila Climate Family di Copenghen”. Ma porca miseria il cuoco che ci fa a Milano? “La capitale danese vuole mostrare al mondo che si può vivere ecologicamente”. Acciderba, questi danesi. E poi le piste ciclabili e pensate furono i primi a istituire il Ministero dell’Ambiente! (è la prima volta che uso in questa zuppa l’ingrediente punto esclamativo, nda). Che fenomeni. Qua a Milano ci indagano sindaco, presidente e governatore per i casini che fanno con le polveri sottili. Ma in che mondo viviamo? E ancora come sono nati i primi mulini a vento da quelle parti? “come una favola”.
Fermi tutti. Un momento. Ma in questo paradiso se solo il 17 per cento dei consumi energetici proviene da fonti rinnovabili, ci deve essere qualche altra fonte. Andiamo a vedere gli ultimi dati disponibili e vediamo una storia un po’ diversa. Nel 2007, infatti, i 39,2 miliardi di chilowattora di produzione nazionale lorda danese provenivano per il 47% da centrali a carbone, il 22% da impianti a gas, il 18% dalle pale eoliche e il 12% da altre fonti fossili (olio e biomasse) e importazioni.
L’energia importata in Danimarca varia da anno in anno ed è in buona parte di origine nucleare o da centrali a carbone. Per esempio, Copenhagen ha importato dalla Svezia 1,7 miliardi di chilowattora nel 2006 e 7,6 miliardi di chilowattora nel 2005 dei quali circa metà di fonte nucleare nucleare e l’altra metà idroelettrica. L’elettricità importata dalla Germania, 4 miliardi di chilowattora nel 2006, 0.6 miliardi di chilowattora nel 2005, è in larga parte prodotta con carbone e nucleare.
Adesso si spiega tutto. Bruciano carbone o lo fanno bruciane all’estero.
Evviva la capitale verde. Hip hip Hurra.