Una delle sciocchezze che stanno circolando, complice la conferenza stampa di Letta&Alfano sulla Finanziaria, è che nel 2014 pagheremo meno tasse rispetto al 2013. Balle.
Partiamo dalla prima clamorosa bugia. Letta ha detto che nell’arco del triennio la pressione fiscale calerà di un punto percentuale dal 44,3% al 43,3%. Falso. Semmai calerà di meno della metà.
Il 20 settembre nel documento contabile per eccellenza, il Def, il governo aveva già previsto che con le attuali leggi e norme tributarie la pressione fiscale nel 2016 sarebbe stata del 43,7%. Se dunque, ed è tutto da vedere, con la finanziaria essa dovesse scendere al 43,3%, la manovra taglierebbe non del’1 per cento, ma del ben più misero 0,4%. Per farla breve Letta&Alfano ci hannno raccontato di aver ridotto qualcosa (la pressione fiscale) che in realtà era stata già sforbiciata e per di più con uno strumento (la Finanziaria) che non taglia affatto quella percentuale.
Ma andiamo alla ciccia del nostro ragionamento. E cioè al fatto che nel 2014, nonostante i proclami, pagheremo più tasse che nel 2013. Lunico serio, in termini assoluti e non individuali, taglio fiscale si avrà sul cuneo e vale poco meno di 3 miliardi. Per il resto saranno dolori. Vediamo.

IVA. Tutti sembrano essersi dimenticati che solo poche settimane fa è stata alzata l’Iva dal 21 al 22 per cento. Eppure doveva crollare un governo su questo innalzamento. Non è crollato nulla, se non, molto prevedibilmente, i consumi potenziali nei prossimi mesi. L’anno prossimo ci becchiamo dunque 4 miliardi di Iva in più rispetto al 2013. Per essere precisi, tre miliardi netti, poichè l’aumento dell’Iva avrà affetto già da quest’anno, anche se solo per tre mesi.

PATRIMONIALE. Zitta zitta la Finanziaria ha aumentato i bolli sui depositi bancari. Norma introdotta da Monti, segue la storia di tutti i nuovi balzelli. E cioè: una volta messo un piedino, il fisco mette tutta la gamba, aumentando le aliquote fino a soffocarci. Si tratta di una vera e propria patrimoniale sui risparmi degli italiani, indifferenziata per tutti. L’anno prossimo genererà un gettito per le casse dello Stato di 1 miliardo.

IMPOSTE SULLA CASA. Questo è il giochetto fiscale più perverso. Si cambiano i nomi, per peggiorare la nostra condizione. Al momento in cui si scrive ancora non si conoscono bene i confini della nuova imposta TRISE. Vediamo i numeri. Con l’Imu alla Monti nel 2012 il gettito è stato pari a 24 miliardi. Nel 2013 esso dovrebbe essere sceso a 20, per la cancellazione dell’Imu sulla prima casa, che si calcola in 4 miliardi. Cosa succede dal 2014? I 20 miliardi di Imu su seconde case e altri immobili resta. A ciò si aggiunge una nuova imposta fatta di due componenti: una patrimoniale e una per i servizi. La seconda sosituisce la tassa sui rifiuti e dunque immaginiamo si possa andare pari e patti con il 2013. La prima componente prevede un’aliquota del 2,5 per mille (contro quella base del 4 per mille della vecchia Imu). A differenza dell’Imu si applica a tutti (non solo i proprietari, anche gli inquilini) e per di più non dovrebbe esserci la franchigia di 200 euro che era prevista dalla vecchia Imu. La facciamo semplice: grazie a questi trucchetti, ci saranno più famiglie a pagare e per di più senza sconti, e dunque anche con un’aliquota più bassa si dovrebbero incassare 4 miliardi. I calcoli corretti si possono fare solo a finanziaria approvata e considerando la facoltà che avranno i comuni di aumentare l’aliquota, ma già da ora si capisce che grazie alla nuova tassa l’anno prossimo avremo un aggravio fiscale di circa 4 miliardi rispetto al 2013.


DETRAZIONI FISCALI.
La manovra dovrebbe contenere un taglietto alle detrazioni fiscali del 2013. Per intendersi quelle che riguardano scuola, sanità… e che scontiamo dall’imposta sui redditi che si paga a giugno del 2014. Oggi lo facciamo nella misura di 19 euro ogni cento spesi. Ebbene con il solito malcostume della retroattività la Finanziaria prevede un taglio delle detrazioni dal 19 al 18 per cento già a valere per il 2013. nel 2014 la detrazione scenderà aulteriormente dal 18 al 17 per cento. Un taglio ad una detrazione equivale ad un aumento dell’imposta pagata in termini assuluti. Se confermata la manovra vale qualche centianaio di milioni di euro di tasse in più.

CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA Vi ricordate la finanziaria del 2011 di Berlusconi&Tremonti. Introdusse la clausola di salvaguardia così composta: se non riusciamo a sfoltire tra i 250 miliardi di detrazioni e deduzioni fiscali, aumenteremo automaticamente l’Iva prima al 21 e poi al 22 per cento. Un paracadute che si apre in modo automatico per garantire all’Europa la nostra tenuta dei conti. E così puntualmente è purtroppo avvennuto. Se non siamo bravi a tagliare, ci impegniamo sin da oggi a tassare. Bene. Altrettanto sta facendo la finanziaria di Letta&Alfano. Ma con cifre monstre. Nel 2015 si prevedono maggiori entrate automatiche per 3 miliardi, 7 nel 2016 e la bellezza di 10 nel 2017. Ciò avverrà se non saremo in grado di tagliare spesa pubblica di pari importo nei medesimi anni. Se non saremo virtuosi ci impegniamo già da oggi ad un triennio di lacrime e sangue.

Se vi raccontano che questa Finanziaria ha ridotto ilpeso fiscale, non credeteci. Le finanziarie, come si sa, nuocciono gravemente alla salute. Chiunque se le fumi

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