[photopress:fassinosolo3.jpg,thumb,alignleft] Dice Piero Fassino al “Riformista”: “Ci servono sia l’Udc che l’Idv. Noi non abbiamo paura di Di Pietro nè tantomeno lo snobbiamo. Lo stesso discorso vale per l’Udc di Casini. Sono forze che con noi stanno all’opposizione e con cui vogliamo costruire un’alleanza di governo…”. Detto così sembra semplice. Ma non lo è. Infatti Fassino poi aggiunge: “Sul referendum dobbiamo confermare la scelta del sì”.  Chissà cosa ne pensano Di Pietro e Casini… La strada delle alleanze per il Pd sarà lunga e tormentata. Di Pietro ha già detto: il Pd scelga tra noi e l’Udc. E De Magistris, la nuova stella dell’Idv, molto più votato di Tonino, avverte già i democratici e apre un nuovo fronte interno: “Il Pd si svegli sulla questione morale, non pensi di non averne una al suo interno, noi su questo non avremo tentennamenti”. Messaggio chiaro e forte.
E l’Udc, attestata sul fronte dei valori cattolici su cui può trovare “l’amalgama” con gli ex dc del Pd ma non con i “laici” ex Ds o ex Psi? Poi c’è l’idea dalemiana di inglobare pezzi della sinistra, ma che c’azzeccano Fava o Vendola con Casini e i suoi? E’ vero infatti, come dice D’Alema, che il centrosinistra non rappresenta per ora un’ alternativa di governo credibile. Ed ha ragione Follini quando sostiene che il Pd deve rivedere da cima a fondo la propria strategia, invece di esultare perché “siamo un pò meno deboli di come temevano e un pò più soli di come speravamo”. Considerazioni amare, come si può capire, da parte di chi, responsabilmente sà che stretta è la via delle alleanze, anche se necessaria, con il rischio che il Pd diventi servitore di due padroni: Udc e Idv. Servono entrambi, insomma, ma quale potrebbe essere il prezzo da pagare con l’Udc che è corteggiata da Berlusconi? E quello da pagare all’Idv  populista e giustizialista? E chi riuscirà a costruire una federazione a tre (perché il partitone stando così le cose non nascerà mai)? Ci sarà un leader federatore che non ripeta gli errori che hanno affondato l’ultimo governo Prodi e l’Unione? Siamo al dilemma amletico, per ora. Esattamente il contrario di quel che servirebbe… Come dice D’Alema… altro che amalgama.

Intanto il Pdl e la Lega fanno i conti di quanto hanno incassato con le amministrative e qui i conti per il centrodestra tornano davvero: Pd e Di Pietro governavano in 50 province. Ora solo in 14. Quindi Pdl-Lega ne hanno conquistate 36 e va al ballottaggio in 22. Come dice Bonaiuti, “Prima del voto ne governavamo 9, ora ne governiamo 26. Il Pdl ha sfrattato la sinistra in 17 province” e quando ci saranno i ballottaggi nelle ultime 22 sarà più chiaro il quadro del successo del centrodestra (tradizionalmente penalizzato alle amministrative)  e il tracollo del centrosinistra. Con il centrodestra che conquista la maggioranza dei consensi quasi in tutta Italia. Un vero ribaltone. Più che una Caporetto, una Stalingrado (a proposito, anche Sesto San Giovanni, la mitica ex Stalingrado d’Italia, alle porte di Milano il Pdl alle europee ha sorpassato il Pd…, sorpasso-simbolo segno dei tempi politici mutati). Se si guarda ai Comuni, 6 capoluoghi che erano erano in mano al centrosinistra sono passati al centrodestra  al primo turno.  E tra quelli in cui si va al ballottaggio ci sono Firenze, Prato, Bologna, Ferrara, Forlì, Ancona, Ascoli: tutti in regioni rosse come Toscana, Emilia Romagna e Marche.

Risultato che costringe il Pd a rileggere il risultato delle europee. Il voto da un lato ha confermato la tenuta del governo Berlusconi, dall’altro quella dei consensi complessivi al centrodestra, nel filone della tendenza positiva per tutto il centrodestra nella Ue dove i partiti di sinistra (al governo o meno, tranne in Grecia) sono arretrati pesantemente. Nel nuovo Europarlamento i socialisti hanno 100 seggi in meno rispetto ai rivali, con i Popolari che hanno vinto in 17 Paesi. Pensando alla campagna di stampa lanciata contro Berlusconi da britannici Times ed Ft e dallo spagnolo El Paìs non si può non sottacere il doppio clamoroso tracollo dei laburisti di Brown e dei socialisti di Zapatero… Ma questo agli antiberlusconiani in servizio permanente effettivo importerà poco. Meglio far finta di niente… E prepararsi ad andare avanti, c’è infatti il rischio di nuovi colpi di coda, del riaccendersi della campagna contro il premier e contro l’Italia. Dopotutto a luglio ci sarà il G8….