Premiata ditta Berlusconi & Bossi
[photopress:BOSSI_SILVIO.JPG,thumb,alignleft] In principio la volata è stata tirata dal gossip, dagli attacchi alla credibilità politica e personale del premier, dalle poco casuali fughe di notizie su intercettazioni e inchieste, dalle vesti stracciate in tv, sui giornali e nelle piazze viola e rosso-viola su “Benito Berlusconi”e sulla libertà di informazione dittatorialmente violata. L’Espresso ha fatto 22 copertine contro il contro il Cav, “il Fatto” ha somministrato dosi di clava quotidiana… Mese dopo mese il teatrino della politica indecente e odiatrice ha scandito marcia d’avvicinamento alle elezioni regionali. Per ultimo è arrivato il “Circo Santoro” che ha messo in scena la rappresentazione (falsa) di un Paese in mano a un dittatore lucidamente “folle”.
E poi? Poi è arrivato il voto. La cabina elettorale, la scelta degli italiani. Risultato: è stata premiata la ditta Berlusconi&Bossi. Si partiva con 11 regioni in mano al centrosinistra, si è arrivati a 6 regioni in mano al centrodestra (4 conquistate: Piemonte, Lazio, Campania e Calabria) e 7 al centrosinistra. Regioni che rappresentano 42 milioni di italiani. Ecco che fine ha fatto la spallata tentata dalla sinistra e soprattutto dai giustizialisti. Berlusconi e il governo incassano e vanno avanti sulla strada delle riforme. La Lega vola nel Nord, diventa il primo partito in Veneto con Zaia superstar, poi conquista anche il Piemonte con Cota cresce in Lombardia ma non c’è il sorpasso del Pdl. E conquista voti a sud del Po: in Emilia Romagna, Toscana, in Umbria e nelle Marche. L’asse del Nord si rafforza con la riconferma di Formigoni in Lombardia che ha staccato Penati in maniera clamorosa: 24 punti (lo sconosciuto Sarfatti cinque anni fa fece meglio, perse con 10 punti di distacco). E al Sud l’elettoralo ha bruscamente chiuso l’era di Bassolino in Campania e di Loiero in Calabria mandati a casa a favore di due candidati giovani come Caldoro e Scopelliti. I voti si contano ma soprattutto si pesano…
Altro che “effetto Sarkozy” come auspicava il Pd, che incassa anche la sconfitta della Bonino (autocandidatasi) battuta dalla Polverini nonostante il caos liste a Roma. Pd che è alle prese con la crescita del partito di Tonino Di Pietro e del movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che in Piemonte ha dato una manina a Cota, togliendo voti alla Bresso…
Certo, c’è stato l’assenteismo ma non si può, a mio avviso considerare, “non voto di protesta” a senso unico perché ha colpito tutti gli schieramenti, come avviene in altri Paesi bipolari come Stati Uniti e Francia (e lì nessuno parla di democrazia dimezzata). Chi non ha votato mandato un segnale ai partiti e anche al governo, vedremo se sapranno coglierlo. La disaffezione verso la politica e il ceto politico esiste e non va sottovalutata, sarebbe un errore grave. Ma il dato vero è che a metà legislatura il governo non è stato bocciato, ma è stato premiato dagli italiani , con Berlusconi che si è speso ed esposto in prima persona in campagna elettorale.
Su questo il Pd a bocce ferme dovrebbe fare un riflessione non di maniera. Ma ci riuscirà? O si limiterà a dire che Berlusconi è ostaggio della Lega? O cercherà di archiviare le sonore sconfitte in quattro regioni ex rosse come se fossero un “incidente” di percorso e non il risultato di una mancanza di progetto, di alternativa credibile. I toni della Bindi a “Porta a Porta” su questo non preludono niente di buono, vedremo cosa tirerà fuori dal cilindro Bersani, ma forse sarà ancora Santoro a dettare la linea che tanto piace a Di Pietro e Grillo, un po’ meno, fatti i conti elettorali, al Pd.
Noterella finale: sapete come si è risolto tutto il can can sull’Abruzzo, sul terremoto e sulle “carriole”? In provincia dell’Aquila gli abruzzesi hanno votato e la piddina Pezzopane è stata mandata a casa…
E a Bettola, paese natale di Bersani, provincia di Piacenza indovinate chi ha vinto: Lega-Pdl… E a Montenero di Bisaccia, il paese di Di Pietro?…
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