La volontà politica del governo c’è: le Province vanno abolite. Tutte. La pecetta della parziale abolizione di quelle che non superano i 300mila abitanti non serve. La manovra anticrisi “ridisegnata” nel vertice tra Berlusconi e Bossi indica la via maestra da seguire. Che non è veloce, sia chiaro, ma è quella obbligata della modifica costituzionale. Perché nella Carta sta scritto… Regioni, Province e Comuni. Insomma, per arrivare alla soppressione dei costosi “doppioni” amministrativi sul territorio serve questo passaggio parlamentare in doppia lettura che porterà alla soppressione di 107 province con relativo taglio di poltrone, incarichi politici, prebende e quant’altro. Una legge che modifichi gli artt. 114 e 116 comma 2 della Costituzione. Le competenze passeranno alle Regioni, come del resto, e l’ho già scritto, sarebbe dovuto avvenire all’inizio degli anni Settanta con l’avvento delle Regioni. Sarà presentato un ddl costituzionale ad hoc che avvierà l’iter. Resta da capire cosa succederà con Alto Adige e Trentino. Tempi lunghi, molto lunghi insomma. E viene da chiedersi se sarà davvero la volta buona. Dopo decenni di parole al vento e fatti zero. C’è da augurarsi di sì perché questa è l’occasione non solo per far tagli concreti ai costi della politica e dell’amministrazione con un intervento radicale, ma è anche l’occasione per ridisegnare e razionalizzare il governo locale del territorio (magari con un occhio più attento a limitare la proliferazione dei centri di spesa dando anche maggiori garanzie di controllo su dove e a chi vanno i soldi…). Lo stesso vale anche per i piccoli Comuni per i quali è prevista un’operazione di accorpamento delle funzioni con la razionalizzazione dei servizi (e si spera di riduzione dei costi)  che partirà dal 2013. Ora si vedrà se questa determinazione del governo si tradurrà in atti concreti sui banchi d Parlamento. Ovvero se i partiti, Lega in testa, seguiranno questra strada. La partita è (ri)aperta e l’auspicio è di non veder ripetere i riti farisaici della Prima Repubblica che poi si sono tramutati della creazione in tempi più recenti di nuove Province. Sarà una battaglia dura (previsione facile da fare questa, visti i precedenti…) ma se la politica vuol dimostrare di avere la P maiuscola è l’occasione buona per dimostrarlo.

Presto uno schiaffone alla casta… di Pier francesco Borgia