Quando serve mandare a fanculo. E come farlo
Dobbiamo ammetterlo: a volte serve mandare a fanculo. Qualcuno, o qualcosa. Perché c’è poco da fare: per quanto ci impegniamo, non riusciamo proprio a sbrigare tutto. E ad accontentare tutti. E allora dobbiamo avere il coraggio di dire basta. E, se serve, di mandare a quel paese.
Stiamo parlando di gestione del tempo. Il tempo è vita. E quindi, di conseguenza, di gestione della nostra vita.
Puoi fare (più o meno) tutto. Ma non puoi fare tutto. Tantomeno contemporaneamente.
Puoi accontentare tutti? No. Se ci provi, scontenti la persona più importante per te: che sei tu.
Quindi serve imparare a dire di no. A troncare. A filtrare. A chiudere la porta. E, a volte, a sbatterla in faccia a qualcuno. Se, naturalmente, quel qualcuno resta sempre lì. Sul tuo uscio. E non ne vuole sapere di andarsene via con le buone. Allora, mandalo a fanculo!
Non fraintendermi: non ti sto affatto esortando ad essere maleducato. O aggressivo. Ti sto soltanto invitando a difendere i tuoi spazi. E le tue priorità. Se non hai ben chiaro cosa fare, o se l’hai chiaro ma non sai puntare i piedi e porre degli argini, finirai con l’essere in balia degli altri. Che difficilmente faranno i tuoi interessi.
Prima di mandare a fanculo: i tre passi
Lo so: hai un sacco di roba da fare. Una montagna di mansioni da completare. E una marea di richieste da soddisfare. Proprio per questo, è indispensabile che tu selezioni. Per non sbatterti tanto in cambio di poco. Per non arrivare alla sera stanco morto, ma avendo combinato poco o nulla. Quindi…
1) Setaccia, filtra, taglia i rami secchi: concentrati soltanto su quello che ti serve davvero affrontare in questo momento.
Conosci la legge di Pareto, o dell’80/20? E’ un principio empirico, analizzato e divulgato dal noto economista e sociologo vissuto a cavallo tra l’Otto e il Novecento. Sancisce che l’80% dei risultati deriva dal 20% del lavoro. Quindi l’80% delle vendite viene dal 20% dei clienti; l’80% della ricchezza è nelle mani del 20% della popolazione; e così via. E’ un criterio alquanto spannometrico, ma contiene un fondamento di verità. E il concetto è sacrosanto: conviene concentrarsi su ciò che rende di più, anziché affannarsi per ciò che porta pochi frutti;
2) Poniti delle priorità. E rispettale. Devi sapere che è meglio se inizi ad affrontare il compito A, per poi passare a B, successivamente a C, e così via. Naturalmente completare A ti porta più vantaggi di B, che a sua volta conta più di C, e così via;
3) Concentrati completamente su ciò che stai facendo. Fatti assorbire al 100%, dedicagli tutta la tua attenzione. Guai a lasciarti distrarre! Non credo affatto nell’efficacia del multitasking, cioè del passare da un lavoro all’altro. Saltabeccando su e giù da un compito all’altro finisci per fare male tutto. Soprattutto se, come me, sei un maschietto. Le donne, infatti, hanno più neuroconnessioni di noi tra un emisfero cerebrale e l’altro. Quindi riescono meglio a fare più cose contemporaneamente. Mentre noi uomini è meglio che non ci proviamo nemmeno: finiremmo soltanto con l’incasinarci.
Come mandare a fanculo: consigli pratici per l’uso
Logica conseguenza di quanto enunciato sopra è che in certi casi siamo posti di fronte a una scelta: o mandiamo a quel paese chi ci impedisce di organizzare per bene il nostro tempo, o lasciamo che lui lo gestisca al posto nostro.
Ovviamente non ti sto consigliando di comportarti da cafone, o da bullo. Di piazzarti davanti a lui, i pugni sui fianchi, il tuo sguardo fiammeggiante fisso nelle sue pupille, e di mandarlo a quel paese in malo modo.
Giammai. Passeresti subito dalla parte del torto. Ci sono modi molto più eleganti, più raffinati, più educati per mandare a fan culo. Eccone un paio:
1) “Sono preso!”
Un collega ti chiede un favore mentre stai lavorando alacremente su una tua priorità? Un amico chiama per sfogarsi con te proprio adesso che sei impegnato, e sai che ti terrà al telefono mezz’ora? E’ arrivato un messaggio Whattsapp e ti senti in colpa se non rispondi subito?
Non farlo. Non sentirti in colpa. Non cedere. Se lo fai, dimostri che il tuo tempo non ha valore. Che gli altri possono farne quello che vogliono. Insegna loro a farlo, e continueranno così. Sì, dimostrerai di essere disponibile. Ma perderai il loro rispetto, se ti calerai le braghe ogni volta che loro lo pretendono.
E’ giusto, sacrosanto, doveroso ascoltare gli altri e dare loro una mano. Ma quando decidi tu. Non quando lo pretendono loro!
Quindi rispondi, a voce o meglio ancora con un sintetico messaggino: “Scusami, sono preso”. “Mi dispiace, sono impegnato”. Puoi indicare un orario in cui sentirvi, o incontrarvi. L’orario che è più comodo per te (e che non è del tutto scomodo per loro…).
2) Il disco rotto
La tecnica del disco rotto viene applicata quotidianamente, e con eccellenti risultati, dai bambini. “Voglio il gelato!”, “Portami alle giostre!” Ti fanno una capa tanta, fino a quando non cedi.
Traslata nella tua vita, puoi applicare questo stratagemma per dire, e ripetere, ai rompiscatole che non sei disponibile.
Lui: “Andiamo in pizzeria stasera!”
Tu: “Mi spiace, non posso!”
Lui: “Ma dai, cos’avrai mai da fare?”
Tu: “Purtroppo stasera non riesco”.
Lui: “Suvvia, che amico sei?”
Tu: “Vorrei tanto, ma stasera sono già occupato”.
Fino a quando ripeti il mantra, come un disco rotto? Fino a quando lui non capisce… e smette.
Provaci, fallo, applicalo… e grazie alla nobile arte del mandare a fanculo vivrai meglio, meno stressato e più felice!
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