Biden è il diavolo. Ecco perché
Avevo tenuto un weekend di motivazione di cui ero fiero. Mi sembrava che tutti i partecipanti al corso fossero motivatissimi: entusiasti, felici, carichi di voglia di migliorare. Chiesi a un partecipante: “Ti è piaciuto?”
Mi aspettavo che rispondesse: “Fantastico, Mario sei un grande!”
Invece il mio ego subì un duro colpo quando mi disse, asciutto: “L’aria condizionata funzionava male, e un paio di slide erano leggermente sfocate”. Due giorni di corso straordinario, almeno così mi sembrava… e tutto quello che gli era rimasto erano queste due piccole sbavature?
Ammettiamolo: noi umani abbiamo un difetto di fabbrica. Siamo molto più propensi a cercare, e quindi a vedere, il negativo che il positivo. Chi cerca, trova: puoi trovare un difetto ovunque. Anche in un capolavoro. Così come, evidentemente, puoi trovare un sacco di difetti in tutti gli uomini. Anche nei migliori.
Le cose brutte sono come il velcro, le belle come il teflon
Le cose brutte sono come il velcro: restano attaccate alla nostra memoria, non le dimentichiamo. Mentre le cose belle sono come il teflon: le scordiamo velocemente.
Tutto questo ha il suo perché. Per centinaia di migliaia di anni abbiamo dovuto proteggerci dai terribili pericoli incombenti: la tigre dalle zanne a sciabola, o il nostro simile che voleva ammazzarci per rubarci il vestito di pelli… Così abbiamo imparato a prestare la massima attenzione al fruscio tra gli arbusti; al rumore sospetto; all’ombra che si muove…. L’unico modo per sopravvivere era cercare, e trovare, quell’unico elemento fuori contesto, sbagliato, potenzialmente pericoloso.
Il mondo di oggi è completamente diverso. Ma questa tendenza a cercare ciò che non va – nella società, e nel prossimo – è rimasto. Per questo ci piace spettegolare degli altri; naturalmente per criticarli. E per questo crediamo di più alle notizie negative che a quelle positive.
Il male, soprattutto negli altri, ci salta agli occhi immediatamente. E restiamo a lungo a pensarci. Mentre dobbiamo fare uno sforzo consapevole per vedere il bene. Altrimenti passa inosservato.
Tutto questo i politici, soprattutto in campagna elettorale, lo sanno. Sanno che possono raccattare voti in due modi:
1) Esibendo un bel programma, o grandi risultati;
2) Sputtanando l’avversario.
Joe Biden? E’ il diavolo!
Dal momento che i programmi si somigliano più o meno tutti (più lavoro e più investimenti nel futuro, meno tasse e meno criminalità), e che poi vengono spesso disattesi, e che quindi i risultati latitano, la cosa più semplice – ed efficace – è sputtanare l’avversario. Sia puntando l’indice contro i suoi punti deboli, sia inventando scandali di sana pianta. Il maestro indiscusso di tutto questo è Donald Trump: come ho scritto oltre un mese fa, credo che vincerà le elezioni perché è il più bravo. A raccontare balle. E a inventarsi complotti. Come quello, propagato dai paranoici di QAnon, suoi fiancheggiatori, secondo cui il mondo farebbe capo a una cricca di pedofili satanisti e cabalisti. Di cui, guarda caso, il capo sarebbe Joe Biden.
E’ una strategia consigliata, già nel Seicento, dal filosofo e politico inglese Sir Francis Bacon: “Calunniate, calunniate! Qualcosa resterà…”