Il colore come cifra stilistica. Ma non solo. Per la collezione della prossima bella stagione 2022, Herno punta su tonalità accese che dopo tanto buio significano positività e ritorno a una vita normale. “La moda si è ripresa e lo dicono i numeri -spiega Claudio Marenzi, patron di Herno- di fatto parliamo di una ricrescita partendo dal 2019, da dove ci eravamo fermati. Non viviamo ancora momenti impetuosi come gli anni precedenti ma, di sicuro, vuol dire che quello è il trend”. La soddisfazione è palpabile. “Significa che il lavoro arduo di questo tempo, il non mollare mai, il non tagliare i costi di collezione né di produzione nonché i servizi, ci hanno premiati”. I mercati sono, senza dubbio, diversificati. “Quello che ha avuto una maggior crescita, quasi entusiastica, è tutto l’occidente, quindi Europa e Stati Uniti compresa la Russia, questi sono i paesi che più ci hanno gratificati. L’America è ripartita veramente, l’Italia ha dato ottimi risultati come i Paesi del Nord, in testa la Germania. Quelli che più hanno faticato, e stanno faticando, sono i paesi asiatici, Giappone e Corea che sembra non abbiano ancora capito come affrontare questo momento drammatico”. E la Cina? “Per noi è un mercato inferiore rispetto a Corea e Giappone, ci siamo inseriti in un secondo tempo anche con l’apertura di due negozi nell’agosto 2020. Vanno molto bene al punto che altri department store ci hanno proposto di aprire spazi temporanei per poi affrancarsi. Il nostro prodotto è stato recepito nel modo corretto”. D’altronde, Herno si presenta al grande pubblico con un valore aggiunto che oggi fa davvero la differenza: la tutela dell’ambiente in ogni sua forma. “Noi parliamo di eco sostenibilità da tempi non sospetti avendo iniziato un percorso 10 anni fa. Con la nostra divisione tessile ragioniamo molto sui tessuti dato che bisogna incidere già nei processi produttivi”. Tra i progetti si parla della collezione Globe dove si sottolinea l’importanza di una vera rivoluzione eco-ambientale di processo e di prodotto con piumini completamente biodegradabili. “La nostra vocazione a impatto zero per le collezioni e per la produzione deve svilupparsi sempre di più – ha sottolineato Marenzi – e punteremo a un sistema fatto di valori comuni e responsabilità, che avranno conseguenze positive sul nostro pianeta”.

 

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