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Ci voleva ancora Karlheinz per fare un vero show? Sì lui, Stockhausen, che diceva di “essere stato istruito su Sirio” e che ci sarebbe tornato… è scomparso due anni fa lasciando in eredità il suo mondo, tra i più provocatori e visionari della storia della musica. Quando si racconta in giro che ha composto un concerto per/sugli elicotteri, ovvero Helicopter Quartet – in programma domenica all’Auditorium di Roma – tra i non cultori lo stupore prevale. E la domanda più ricorrente è: ma perché fare una cosa del genere? Lo spiega bene Irvine Arditti, in un’intervista pubblicata dal “Giornale della musica”. Il leader della formazione che eseguirà nella capitale l’opera ricorda come secondo l’autore era “un lavoro legato alla rappresentazione del movimento della musica nello spazio”. Il fondatore dell’ensemble aggiunge: “Me lo spiegò lui stesso. Mi disse anche che era uno tra i primi compositori dopo centinaia di anni a interessarsi di questo aspetto della musica e che lo aveva fatto sin dalle sue prime opere”. Succederà che i quattro musicisti saliranno su altrettanti elicotteri e in volo eseguiranno le parti. I suoni verrranno trasmessi a otto torri audio e video sul palco dell’Auditorium, da dove il pubblico potrà godersi lo spettacolo. Che non si vede spesso…
In allegato: un’esecuzione di “Helicopter Quartet”