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L’altra sera mi ha telefonato un amico da Londra, un compositore che si è trasferito lassù da qualche anno. Una parola dopo l’altra il discorso via cavo è andato oltre la musica, fino a “toccare” il mondo della contemporaneità nel movimento, nelle performance, nelle invenzioni sonore per accompagnare i linguaggi del corpo. Paolo Rudelli  il nome che durante la conversazione è “saltato” fuori. Coreografo, danzatore, videasta e artista multimediale, in questo periodo propone con Gabriella Riccio lo spettacolo “Noli metangere” (il 28 maggio – Roma – al Kollatino Underground di via Georges Sorel 10).

Minimalismo, suggestioni elettroniche, suoni underground, dalla classica al jazz, alchimie concrete e cosmiche. Spesso acqua e liquidità… Dopo la conversazione mi è venuto in mente che in realtà già lo conoscevo, questo personaggio, per via di una sua “collaborazione” con gli ipnotici Winter Family, correva il 2006 e lui nella prima parte dell’anno – non ricordo il mese – era anche transitato a Milano per partecipare al Festival Opplà: tra gli ospiti della rassegna anche Jean-Laurent Sasporter, storico danzatore del Tanzteater di Wuppertal di Pina Bauch.

Per uno dei miei viaggi online della notte causa insonnia, ho fatto una piacevole scoperta e, in seguito a questo, anche ascoltato i suggerimenti di chi in materia ne sa veramente molto più di me; da qui il capolinea sul web qualche sera dopo è stata la performance “Impromputus” del collettivo Ludwig, di cui Rudelli ha firmato la creazione delle luci e dell’installazione video. Le musiche selezionate per lo spettacolo, una più azzeccata dell’altra, in esatta sincronia con spazio, tempo, colori e coreografie. Set con le libere ma sapienti espressioni dei corpi, danze asimmetriche nel bel mezzo di vortici pittorici fatti di luci e acqua, tonalità del futuro d’ispirazione tribale e ancestrale. Ringrazio il mio amico inglese per la piacevole e interessante conversazione notturna; abbiamo finito quasi all’alba. Mi riprometto di andare a vedere Paolo Rudelli quando passa dalle mie parti; la sua arte e i mondi che lo accompagnano – musiche  in testa – vale la pena seguirli.
In allegato: installazione-video di Paolo Rudelli