Miramari / Le contaminazioni? Ci sono anche umbro-brasiliane
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A proprosito di contaminazioni, incredibile a dirsi: adesso ci sono anche quelle umbro-brasiliane. Un “matrimonio” tutt’altro che scontato e facile, due modi di sentire distanti, ma la cui “fusione”, o meglio dire compenetrazione, crea esiti davvero poetici. La prova, fino a prova contraria, l’unica, è una proposta il cui titolo è Miramari. Si tratta di un nuovo progetto di Gabriele Mirabassi, clarinettista perugino che da anni vive un intenso rapporto d’amore con la musica brasiliana. Il progetto, documentato in un omonimo cd, uscito recentemente, ed eseguito durante un “live” del tour italiano (giovedì scorso al Blue Note di Milano) approderà questa sera a Perugia, ovvero nella città in cui è stato concepito l’intero lavoro. Il concerto si terrà presso l’ oratorio di Santa Cecilia, l’inizio è quello canonico delle ore 21.
Miramari è un duo clarinetto-pianoforte, ed il pianista è il giovane Andè Mehmari, artista di Rio che, arrivato in Umbria da turista, ha scoperto di condividere con Mirabassi una comune sensibilità artistica. Un viaggio in auto attraverso le città ed i paesaggi umbri ha dato origine a composizioni che portano i nomi di Assisi, Perugia, Gubbio, ma soprattutto si sforzano di rievocare atmosfere e melodie. Ne è uscito uno strano progetto di sintesi tra due realtà così diverse, Rio e l’Umbria, ma, almeno nelle sensibilità di Mirabassi e Mehari, assolutamente vicine. Il titolo, Miramari, è anche la sintesi dei nomi dei due musicisti, ma è certamente anche il rapporto con il mare: il mare del Brasile, oppure quello di Venezia, oggetto di un’altra visita dei due artisti, ma non solo. Il clarinettista perugino coltiva da parecchi anni una frequentazione assidua con la musica e i musicisti brasiliani: ha lavorato e registrato, tra gli altri, con due grandi chitarristi come Giunga e Sergio Assad, e spesso lo si ritrova a Rio. Il pianista è un virtuoso del suo strumento, e come spesso capita ai brasiliani, si muove in un contesto musicale che non opera fratture tra la tradizione popolare e la scrittura “colta”.
In allegato: il duo Mirabassi-Mehmari