Novecento / L’eredità dei grandi “pittori” dell’orchestra
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Mentre in Europa si respirava aria di cambiamento e c’era chi progettava la fuga verso una delle strade della rivoluzione musicale, vedi Schonberg in Austria, dalle nostre parti agiva la cosiddetta generazione dell’80 (vedi Casella e Pizzetti) e così continuava la grande scuola degli orchestratori e di chi cercava l'”innovazione” guardando un po’ al passato: tutte personalità, o quasi, dedite alla produzione strumentale – nel Belpaese in svantaggio rispetto al furoreggiare del Melodramma – poi in qualche modo oscurate dalle avanguardie successive. Vedi anche Ottorino Respighi, compositore e anche musicologo particolarmente devoto alla musica italiana del periodo tra il XVI e il XVIII secolo.
Ed è proprio a questo compositore del Novecento storico a cui viene dedicato un omaggio dal maestro Francesco La Vecchia e dal violinista Vadim Brodski. Omaggio con un concerto di brani di raro ascolto, il “Concerto per violino in La minore” e le “Vetrate di chiesa”, in programma con l’Orchestra Sinfonica di Roma patrocinata dalla Fondazione Roma stasera presso l’Auditorium Conciliazione. In c’è anche anche l’Ouverture-fantasia “Romeo e Giulietta” di Caikovskij.
Il “Concerto per violino in La minore”, conosciuto come “Concerto all’antica”, fu composto da Respighi nel 1908, quando egli lavorava come violinista. In quegli anni Respighi aveva preso l’abitudine di riarrangiare composizioni per violino prese dal repertorio barocco e a questo stile si rifà la sua composizione originale che unisce tuttavia anche altre forme ispirate da periodi posteriori. La composizione in tre movimenti, allegro-adagio-scherzo, presenta una cadenza del violino che mette in risalto l’abilità del solista.”Vetrate di chiesa”, una composizione del 1927, si ispira a quattro episodi religiosi, denominati appunto “vetrate”: la fuga in Egitto, la lotta di San Michele Arcangelo con il drago, la vita di Santa Chiara e San Gregorio Magno (un inno gioioso verso Dio).
L’ouverture-fantasia “Romeo e Giulietta” del 1869, ma rivista nel 1880, è uno dei prodotti migliori di Caikovskij tanto per la forma che per contenuti (il musicista non ha ancora trent’anni del resto) ed in essa, come sempre ma qui particolarmente, Čajkovskij farà confluire il “programma” di ispirazione letteraria, di William Shakespeare, con le proprie intime spinte emotive, a detta di molti biografi, su un amore “proibito” di quel momento verso un allievo del Conservatorio, Eduard Zak. La vicenda ebbe successivamente alla composizione, esattamente nel 1873, un finale tragico, in quanto il giovane si tolse la vita a diciannove anni.
In allegato: musiche di Respighi