Al Maggio / Il debutto di Rava, tra orchestra e improvvisazione
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Progettazione ed estemporaneità. Non pochi artisti fanno di questo bionomio una linea da perseguire. Accade anche in musica, ovviamente. Diversi i maestri di prima grandezza in pista. Per saggiare questo genere, che prevede appunto, l’elaborazione scritta e quella improvvisata – non necessariamente di stampo jazz – in questo periodo in circolazione ci sono diverse occasioni. Una per tutte, e di gran qualità, è l’arrivo martedì primo giugno di Enrico Rava al Maggio Fiorentino. Il suo tra l’altro, in questa storica manifestazione, è un debutto.
Il quintetto del maestro si esibirà al teatro Comunale di Firenze. Verrà accompagnato, e qui sta la ulteriore particolarità, da un’orchestra diretta da Paolo Silvestri, a cui si debbono gli arraggiamenti di brani firmati George Gershwin che fanno parte del programma concertistico. Giusto per fare qualche esempio, si va da “Rapsodia in blue” a “Summertine”, passando per “Love is here to stay”.
“Non c’è nessuna difficoltà -afferma Rava- a fondere una formazione jazzistica con una compagine sinfonica, quando naturalmente si ha a che fare, come in questo caso, con un’ottima orchestra. L’improvvisazione resta affidata al gruppo jazz e i componenti dell’orchestra leggono quanto scritto in partitura. Mi sono innamorato di Gershwin fin da bambino, grazie a mia madre”.
Paolo Silvestri da tempo si dedica alla realizzazione di progetti che prevedono l’incontro fra musicisti classici e di jazz. “Cerco di conciliare la scrittura con l’improvvisazione – spiega – la progettazione con l’estemporaneità, i ritmi e i timbri strumentali dei jazzisti con i colori dell’orchestra sinfonica. E’ un’idea che all’epoca dei miei studi sembrava impossibile, ma penso che oggi i tempi siano maturi perché ciò avvenga”.
E conclude, Silvestri: “Questi arrangiamenti, revisione di un mio precedente lavoro scritto nel 1998 per il centenario della nascita di Gershwin, sono dedicati idealmente a Gil Evans e Miles Davis che nel 1958 hanno inciso un disco meraviglioso che trovo ancora straordinario: spero che in questo mio lavoro sia rimasta almeno una traccia di quel disco, che ha accompagnato tutta la mia vita”.
Alla performance prendono parte, accanto a Rava, Gianluca Petrella, trombone, Giovanni Guidi, pianoforte, Pietro Leveratto, contrabbasso e Fabrizio Sferra, batteria: un gruppo che racchiude varie generazioni di musicisti, tutti con una propria storia e personalità stilistica.
In allegato: musiche di Enrico Rava