Il ricordo / Turchi, ovvero il “Buon soldato Svejk”
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Tra le sue composizioni più celebri l'”Adagio” per orchestra del 1983. Interessato al mondo musicale di Bartok, per il suo contrappunto ispiratosi al mondo sonoro di Bartok, è stato uno dei composiori italiani più importanti del Nocevento. Lui è Guido Turchi, scomparso l’altra sera a Venezia all’età di 94 anni. Autore anche di musiche da camera, vocali e operistiche, tra le sue opere teatrali “La sera del grande silenzio” (1949), “Il buon soldato Svejk” (1962), che Victor de Sabata volle presentare alla Scala, e, tra le ultime, “Exil” (1996).
Turchi prestò la sua opera nel cinema in maniera saltuaria, anche se con ottimi esiti. Un esempio per tutti. Le sue qualità si rivelano nell’efficace commento da lui scritto per un film tratto da un famoso racconto di Anton Cechov, “La steppa” (1962, Alberto Lattuada), in cui l’autore descrisse le tappe di un lungo viaggio attraverso lo sconfinato e monotono paesaggio della steppa russa, soffermandosi ad analizzare, piuttosto che gli eventi, la psicologia dei viaggiatori e i loro diversi stati d’animo. Turchi dimostrò la sua bravura nel saper cogliere con estrema sensibilità e finezza di suono, l’atmosfera introspettiva, malinconica ed elegiaca, che caratterizza l’intero film.
Nato a Roma nel 1916, Turchi è stato allievo di C. Dobici, A. Ferdinandi e A. Bustini al Conservatorio di Roma, dove si è diplomato nel 1940 in pianoforte e composizione, e di I. Pizzetti all’Accademia di Santa Cecilia. È stato consulente musicale del Terzo Programma della Rai dal 1951 al 1953. Ha insegnato dapprima armonia complementare, poi armonia, contrappunto e fuga, dal 1960, infine, composizione al Conservatorio di Roma. È stato direttore del Conservatorio “A.Boito” di Parma dal 1967 e dal 1970 di quello di Firenze, direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana dal 1963 al 1966, del Teatro Comunale di Bologna dal 1968 al 1970, dal 1978 dell’Accademia Musicale Chigiana e dal 1988 dell’Angelicum di Milano. Hindemith ha ispirato il suo contrappuntismo polidiatonico, mentre il mondo sonoro di Bartok è stato campo della sua indagine. I lavori più recenti si sono volti all’indagine sonora e linguistica più avanzata, risolta sempre con forte impegno umano e intellettuale.
Musiche di Guido Turchi