Generi / A proposito di Smith e la terza corrente
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Possono convivere il jazz e la classica? Il clarinettista Bill Smith, negli anni Cinquanta fondatore della cosiddetta “terza corrente” ha ampiamente dimostrato di sì. Allievo del compositore Darius Milhaud e del pianista Dave Brubeck, con il quale ha suonato nel 1946, il musicista è una delle star della rassegna “Costrasti”, in quel di Bologna. Mercoledì 13 aprile sarà il giorno di chiusura, con l’appuntamento “Il clarinetto da Mozart al Jazz” (nella chiesa di Santa Cristina, ore 20,30). Il clarinettista sarà in tandem con il pianista Enrico Pieranunzi.
I duo da tempo collaborano sui sentieri della “terza corrente”, con incurisoni che vanno dalla musica scritta all’improvvisazione. In questo concerto, il loro percorso andrà da Milhaud e Leonard Bernstein, passando per John Cage (autore di una originale sonata per clarinetto solo). “Quando improvvisi le forme sono interamente tue, quando interpreti un brano scritto fai diventare tue quelle degli altri attraverso l’interpretazione, le usi per proporre la tua visione, la tua storia”, spiega Pieranunzi.
Smith viene considerato un grande innovatore: ha sperimentato l’uso di molti suoni non ancora esplorati dal clarinetto e li ha integrati in ben duecento composizioni. La tecnica in questione porta il nome di “multifonici Smith”. Ora si ha la possibilità di vederlo all’opera, in compagnia di Pieranunzi, uno dei pilastri del pianismo jazz in Italia e con alle spalle collaborazioni con artisti di prima grandezza, come Lee Konitz, Marc Johson, Joey Baron, Paul Motian, Charlie Haden.
In allegato: musiche di Bill Smith