Biennale / Il Leone d’oro va a Peter Eotvos
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Leone d’Oro all’ungherese Peter Eotvos, il Leone D’Argento agli italiani di Repertorio Zero. Ultime notizie della Biennale Musica, direttore Luca Francesconi. Ecco le motivazioni pervenute direttamete dalla Biennale Musica: http://www.labiennale.org/it/musica/festival/
Appartenente a una tradizione musicale forte come quella ungherese, con figure come Bartók, Ligeti e Kurtág, Peter Eötvös ha vissuto in prima persona tutte le avventure più importanti della ricerca musicale dagli anni ’60 in avanti. “Direttore d’orchestra di precoce ed enorme talento – recita la motivazione – è stato assistente per molti anni di Karlheinz Stockhausen, sia come compositore che ben presto come direttore prediletto dei suoi lavori, incluse le grandi opere create alla Scala trent’anni fa (fra cui Donnerstag aus Licht, 1981). Anche Boulez, dagli anni ’70, gli ha affidato la direzione musicale del neonato Ensemble InterContemporain. Queste esperienze straordinarie al fianco dei più grandi compositori hanno immersoEötvös in un fiume ricchissimo di pensiero e pratica musicale, formando un musicista e un artigiano assolutamente completo, che negli ultimi vent’anni ha mostrato una fecondissima forza creativa di compositore. In entrambe le attività, Eötvös unisce una conoscenza e un orecchio di rara finezza ad una allegria iconoclasta e sperimentale”.
All’ensemble di musicisti di RepertorioZero, a cui si propone l’assegnazione del Leone d’argento 2011, va il merito, secondo la motivazione “di una ricerca innovativa – nel modo di lavorare con la musica d’oggi – che vuole andare oltre l’esperienza delle avanguardie tradizionali, che si confronta con un repertorio tutto da costruire e con la necessità di trovare soluzioni alle numerose variabili presenti nella musica contemporanea”. Ed è nella scelta degli strumenti, nell’approccio al suono e all’amplificazione che RepertorioZero attinge ad una esperienza musicale che non è esclusivamente scritta. Al centro della ricerca dei componenti di RepertorioZero, di stanza a Milano, è l’evoluzione del linguaggio musicale attraverso l’utilizzo della nuova liuteria, con un’attenzione particolare a quella elettrica, intesa come estensione degli strumenti acustici tradizionali verso una sintesi con i mezzi tecnologici, sia analogici che digitali, fuori da ogni accademismo.
In allegato: musiche di Peter Eotvos