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“La melodia?  Va proposta in maniera diversa, più attuale, trasfigurata, secondo i canoni di oggi, non in senso tradizionale”. Parole di Silvia Colasanti, tra le compositrici italiane più apprezzate. Già, la melodia, che per diverso tempo è stata messa in soffitta da schiere di compositori contemporanei, a favore di altre strade ritenute più moderne e vicino al concetto di ricerca.

Eppure, come la musicista ha dimostrato con la sua nuova incisione (“In-canto”, Dynamic), la melodia ha ancora molto da dare. Un esempio per tutti? Nella prima opera strumentale del cd Il canto di Atropo (gli altri sono La Rosa Que No Canto, Chaos e To Muddy Death),  ecco la voce di un violino che prima si nasconde fra le pieghe di una straniante atmosfera armonica, per poi emergere più chiaramente… Siamo di fronte a un “nuovo lirismo” che – come questo periodo vuole anche per mano di altri compositori – potrebbe essere preso come “campione”, per discutere sul rapporto musica-fruizione… Ma torniamo al pezzo.

Nel brano si affronta il tema della morte attraverso una figura della classicità, “Antropo, una delle tre Parche, l’inesorebile, che tagliava il filo della vita al momento stabilito”, come la stessa compositrice spiega nelle note di copertina. Il progetto, tutto in una settimana: la scomparsa di Valentino Di Bella (a cui sono dedicate le pagine; era l’insegnante di pianoforte dell’autrice), l’incontro nel Nord Europa con il violinista  Massimo Quarta, da cui è partita la “commissione”. Infine, poi subito al lavoro sulla partitura.

“Come nasce un progetto? – fa eco la compositrice –. Beh, ovviamente c’è un’idea di partenza, magari non proprio definita nei dettagli. Poi a mano a mano, con la scrittura, viene a formarsi in tutte le sue parti, fino a diventare completa”. Il Canto di Atropo è già in calendario “live”: il 25 novembre al Teatro Europa di Aprilia, il 26 all’auditorium Parco della Musica di Roma e il 27 a Palazzo Ducale dei Cantelmi di Atina.
In allegato: un programma in cique parti su Silvia Colasanti