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Due nomi della musica, impegnati su fronti diversi, ma di rilievo, sono scomparsi in queste settimane. Recentemente Flavio Ambrosetti, stimato industriale e musicista nel nome del jazz; e Marvin Hamlisch, famosissimo autore di colonne sonore che ha saputo ben accompagnare memorabili pellicole cinematrografiche. Ma partiamo del primo personaggio, assai conosciuto a un certo punto storico del panorama nostrano.

La storia e la carriera di Flavio Ambrosetti, classe 1919, padre del trombettista e filicornista Franco, all’inizio della sua carriera è legata al pianoforte. Passerà al sax tenore fino al contralto, dopo aver ascoltato a Parigi il trombettista Charlie Parker. La sua figura ha avuto notevole importanza sulla scena jazzistica italiana ma anche svizzera. Oscar Valdambrini, Franco Cerri, Gianni Basso sono tra le personalità che con lui hanno contribuito allo sviluppo del moderno linguaggio jazzistico in Italia. A partire dalla fine degli anni Cinquanta, insieme ai batteristi Pier FavreDaniel Humair al trombettista Raymond Court, al bassista Erik Peter e soprattutto al pianista e compositore George Gruntz ha dato impulso decisivo al jazz del nostro Paese. Ma giriamo pagina.

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Anche Marvi Hamlisch non ha bisogno di troppe presentazioni. E’ scomparso l’8 agosto scorso negli Usa, precisamente a Los Angeles, dopo una breve malattia: aveva 68 anni. Per descriverne la statura, basta rammentare che ha scritto colonne come A Chours Line e La stangata. Nel corso di una carriera di oltre quaranta anni ha composto musiche per più di 40 film. Spicca quella del lungometraggio Come eravamo, del 1973, Oscar per la mior colonna sonora e miglior canzone interpretata da Barbra Streisand.
In allegato: musiche di Ambrosetti e Hamlisch