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C’ERANO UNA VOLTA LE CONTAMINAZIONI
A proposito di contaminazioni, di cui si parla tanto. Anzi, di cui si discorre da anni come se fossero la nuova era. Poi, vai a leggere il profilo di un signore che ha fatto la storia della musica, ovvero il pianista cubano Chucho Valdes e scopri che le cosiddette “contaminazioni” esistono, altro che da un bel pezzo, di più. E che star lì a sbandierarle come la scoperta dell’America, ormai, diciamo, fa un po’ sorridere. Si legge in un pezzo dedicato a Valdes,  “famoso anche per il suo contributo alla fusione di flamenco e jazz, con brani racchiusi nell’album Black Tears, registrato con Diego El Cigala, che gli fece vincere il Grammy Award”. Ecco era così per dire, il jazz latino di questo uomo, mentre altri si battevano il petto al grido di “contaminazione”, aveva già fatto il giro del mondo, con ritorno.

QUANDO LA LAUREA (HONORIS CAUSA) FA DISCUTERE
Personalmente non ho mai capito fino in fondo certe lauree, anche se le persone a cui vengono conferite, nel loro campo sono di assoluto valore, nessuno le mette in dubbio. Ma come dire certe cose sembrano tirate per i capelli. Vedi un titolo honoris causa conferito di recente a un jazzista da una università,  che ha dato la certificazione per “la sua arte alla promozione della cultura nelle comunità e nei gruppi della sua terra, attivando le relazioni sociali che si pongono a fondamento della convivenza… (e via cosi)”;  e quel che più colpisce che il traguardo accademico è stato riconosciuto in Psicologia dei processi sociali, decisionali e comportamenti economici. Be’ intanto complimenti all’artista, per il resto: boh!

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SUPER LETTORI DELLA MUSICA: LA CACCIA E’ APERTA
Una nuova ricerca, anzi nuove ricerche – le ennesime – fanno la sviolinata alle qualità della musica che in molti casi, per carità, sono indiscusse e allo studio della medesima che renderebbe “super-lettori”. Tralasciamo affermazioni che per esempio mettono i musicisti sul piedistallo dell’intelligenza, l’ultima scoperta appare almeno sul piano dell’esperienza comune discutibile. Chi scrive conosce molti, moltissimi musicisti, di ogni età e dediti a ogni genere, e non riesce ad allinearsi alla nuova tesi. Tanta gente legge molto e in vita sua non ha mai toccato uno strumento e non ha mai imparato a leggere le note. Anzi, per aver sentito diversi discorsi nell’ambiente: i musicisti sono così monomaniaci da dimenticare non di rado altre forme artistiche e di comunicazione.