Storie di partiture / Colombo Taccani: bastano otto note dei Genesis per prendere il volo
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Accanto all’ospite straniero, ovvero il clarinettista di Bang A Can, Evan Ziporyn, alla serata del 23 aprile targata Sentieri Selvaggi (ore 21 al teatro Elfo Puccini a Milano), c’è una pattuglia di compositori italiani coi loro lavori, una serie di prima assolute: Flavio Testi (Jubilus II), Giorgio Colombo Taccani (Watcher), Matteo Manzitti (Kokoro, il cuore invisibile) e Anthony Fiumara (Novità).
Fuori Tono prende in esame uno dei lavori che verranno eseguiti – cioè “Watcher” – attraverso il racconto del suo autore, Colombo Taccani, che subito spiega: “Di solito parto da una sequenza melodica, un inciso, più raramente da una situazione armonica. Mi è capitato di attingere materiali da autori quali Schumann e Schubert”, ovviamente non solo.
Sulla sua composizione che viene diretta da Carlo Boccadoro dice di aver preso in considerazione le “prime otto note di Watcher of the Skies dei Genesis (primo brano del lato A dell’album Foxtrot firmato dallo storico gruppo del ’72), versione cantata da Peter Gabriel”. Una scelta basata sui propri riferimenti culturali, gusto, col risultato di confezionare, “un pezzo molto concreto, diretto, dove la cellula di partenza dà la proporzione generale dell’intera partitura”. In pratica, gli intervalli determinano la durata di ogni singola sezione; l’effetto “è un enorme rallentamento del frammento iniziale”. Guai a pensare che il brano porti, sul piano dello stile, a un adeguamento ai Genesis. A parte l’incipit, che non vuole per forza essere una citazione, la composizione è l’eslusivo mondo di Giorgio Colombo Taccani.
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Il pezzo, nato su commissione, è stato scritto per l’organico del Sentieri Selvaggi: il sestetto flauto-clarinetto-vibrafono-pianoforte-violino-violoncello. Durata dieci minuti in tutto “circa 350 battute – chiude il compositore – è energico, aggressivo, difficile da eseguire”. Lo stile? Inutile cercare di dare un’etichetta, questo compositore si muove in una terra dove prevale l’invenzione personale, non avanguardia spinta genere “duri e puri” e nemmeno i voli dell’insostenibile leggerezza dell’essere di certi neotonali fin troppo soft.
In allegato: musiche di Colombo Taccani, il brano Watcher of the Skies e la foto dell’autore