Domandano come studia per prepararsi ai “live”, delle emozioni della vita quando ha incontrato i grandi come lui per suonare, che cosa ne pensa della poli-ritmia e di come si devono organizzare melodia-armonia-ritmo. I ragazzi ci provano, ma sono un po’ tesi ed emozionati. Non è facile trovare la domanda giusta quando hai davanti uno come lui Chick Corea, uno della trimurti pianistica mondiale: gli altri sono Keith Jarrett e Herbie Hancock, “gente” così, che ha scritto un bel pezzo di storia jazzistica del Novecento e ancora continua a farlo anche nel nuovo secolo, sebbene il nuovo che avanza, avanza: vedi Brad Mehldau.
Una giornata indimenticabile
Lunedì 22 luglio. Scrivo in prima persona perché c’ero, racconto la mia piccola grande avventura perché è anche un po’ quella di altri, di chi era vicino a me: maestri italiani, musicisti professionisti, critici musicali, addetti ai lavori e studenti. L’appuntamento è alle ore 15 all’Auditorium Lattuada a Milano, dove Corea terrà una lezione organizzata dalla Civica Scuola di Jazz diretta dal pianista-compositore Enrico Intra; con lui c’è l’inseparabile musicologo Maurizio Franco. Per la sera, è già tutto stabilito: la star sarà all’orto botanico, nel quartiere Città Studi, per un “live” solo piano. Chick manca da diversi anni dalla capitale lombarda, la curiosità è palpabile; c’è chi si aspetta l’esibizione di una “vecchia gloria” (tra l’altro non poco dimagrita rispetto a qualche anno fa). Ma partiamo dal principio.

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Il primo pomeriggio
Sono così in ansia che riesco ad arrivare un’ora in anticipo: telefono all’ufficio stampa mettedono un po’ in crisi tutti. “Si”, “no”, “non so”, forse arriva alle ore 14. Parto a razzo con un taxi e alle ore 14.30 entro in Auditorium e mi dicono che sarebbe arrivato un’ora dopo… Ad aula vuota metto la “bandierina” sulla sedia, zainetto da studente ripetente e “Tempo” di carta: sarò davanti al Grande. Caffè e spremuta e in un attimo ancora sulla scalinata del palazzo arrivano gli altri. “C’è Chick… eccolo eccolo”. Inutile la cronaca scontata di tre ore con lui, domande-risposte, domande-risposte, la star è assediata, ma poi neanche tanto. Preferisco quel che mi colpisce. Quando entra una ragazza accanto a me lo saluta come viene con un amico,  sorrisi ed entusiasmo: “Ehi ciao!!!” fa gesticolando; e lui spiazzato e spiazzante “Ehi ciao!” risponde pronto dall’alto dei suoi 72 (comunque portati magnificamente. Lei interpellata spiegherà: “Perché l’ho salutato così? La musica è vita!”.


Una lezione indimenticabile
Da subito ci si aspettava che rivelasse chissà quali segreti, e forse uno lo ha rivelato. Una frase che potrebbe essere alla base di molte cose. Primo insegnamento: “Ragazzi, pensate a voi stessi…”. Più una cosa da papà, forse da psicologo, da fratello maggiore… fate voi. Almeno provarci: a mettersi al pianoforte e dirsi “adesso penso solo a me stesso” e vedere cosa vien fuori. Secondo insegnamento by Chick : “Lavorare suoi suoni”. Nell’improvvisazione, s’intende. Gli accordi? Sperimentare passaggi nuovi, personali, interessanti, senza per forza dover codificare accordi, scale e via dicendo. In una parola: “Libertà!”. Terzo insegnamento: “Metronomo addio…”. Sobbalzeranno certi insegnanti, ma Chick forse vuol dire che a un certo punto le regole e le ancore si possono anche mollare. Sì, si può fare: quando vuoi camminare non è che tutte le volte che metti giù i piedi ti dici “ora metto davanti il piede destro ora metto il piede sinistro”, prendi e vai e il ritmo c’è, tuo, interno, che sta al passo con quello degli altri (“suonate con chi è più bravo di voi…”. Quarto insegnamento:  “Stop alle divisioni nella musica. Ascoltare quel che vi piace, ma senza mettere steccati”. Sintesi: verità profonde dette con grande semplicità.


Armando e la zampata del leone (e che leone)
Corea è Corea, a tu per tu col suo pianoforte che tratta come un’orchestra:  il suo nome è di gran richiamo e ben presto l’orto botanico di Città Studi si riempie. La zanzare imperversano tanto che si vedrà il pianista fare contorsioni durante il “live” per scacciarle. Un pianismo pirotecnico, ricco come non mai, una vita di viaggi sui tasti bianchi e neri messi davanti al pubblico in quasi due ore di interpretazioni e rivisitazioni di brani suoi e altrui. Largo ai critici che molto avranno da scrivere, oppure la serata si può riassumere con qualche parola tipo “generosità”, “ha avuto voglia di suonare per questo pubblico”, “dal quarto brano in poi è decollato”, “è un uomo in pace con se stesso e ha suonato e ha dato a piene mani…”.

Parole del maestro Enrico Intra condivisibili in tutto e per tutto. La gente dal lui coinvolta ha partecipato al suo show con coretti, applausi copiosi dopo ogni singolo brano, un pubblico trasversale, diverse generazioni sedute accanto. Insieme alle teste bianche, capelli arancioni e copricapo mediorientali. A ognuno il suo, suoni per tutti i palati in una mescolanza di stili da capogiro, ma per favore non chiamatelo crossover. A fine concerto grande commozione ed entusiamo;  anche i fan del nuovo asso Brad Mehldau hanno dovuto ammettere: Corea è sempre Corea. In allegato: foto della giornata passata con Chick Corea e un video “live”.

Ecco la scaletta del conderto di Chick Corea a Milano
1) Sometime Ago – Chick Corea
2) La Fiesta – Chick Corea
3) Armando’s Rhumba – Chick Corea
4) Darn That Dream – Edgard De LAnge
5) Someday My Prince Will Come – Miles Davis
6) Monk’s Mood – Thelonious Monk
7) Trinkle Tinkle – Thelonious Monk
8) Blue Monk – Thelonious Monk
9) Scriabin Prelude – Alexander Scriabin
10) The Yellow Nimbus – Chick Corea
11) Children’s Song 1 – Chick Corea
12) Children’s Song 2 – Chick Corea
13) Children’s Song 3 – Chick Corea
14) Children’s Song 4 – Chick Corea
15) Children’s Song 5 – Chick Corea
16) Children’s Song 9 – Chic Corea
17) Children’s Song 10 – Chick Corea
18) Children’s Song 11 – Chick Corea
19) Children’s Song 12 – Chic Corea