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C’era una volta una Setola di Maiale: no, niente paura, non è l’incipit di una favola un poco strampalata, ma il nome di un’etichetta indipendente, nell’ambiente delle musiche non convenzionali assai conosciuta (http://www.setoladimaiale.net/). Ebbene, questa sigla, che ha prodotto centinaia di cd di altrettanti artisti-musicisti fuori dai soliti circuiti commerciali, ha compiuto venti anni di attività. Un’occasione per ricordare questa realtà. Ma prima di tutto un po’ di storia.

Correva l’anno ’93: la sigla nasce “per esigenza dei musicisti Stefano Giust e Paolo de Piaggi, che abbandonerà qualche anno più tardi”, spiega. Obiettivo principe: cercare di colmare – come si legge nel manifesto pubblicato sul sito della casa editrice – un’esigenza molto diffusa nella comunità dei musicisti sperimentali, cioè quella di dare corpo e continuità alle musiche creative prodotte nel nostro Paese, auto-producendo lavori che per mancanza di opportunità discografiche, o per limitate disponibilità economiche degli stessi artisti, andrebbero perduti”.

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Per chi volesse saperne di più può leggersi un documento sul periodico online Altremusiche (http://www.altremusiche.it/sx/testi/interv/giust.htm): in un’intervista realizzata dal direttore Michele Coralli, il fondatore dell’etichetta Stefano Giust racconta la sua avventura musical-intellettuale: “L’intenzione secolare – ribadisce – è sempre quella di dare priorità alle musiche non convenzionali, siano esse di improvvisazione o scritte, di nomi illustri o geniali sconosciuti, non importa (…)
In allegato: musiche di compositori pubblicati da Setola di Maiale