Improvvisazione 1 / Il “paradosso” di Zago: la musica libera guidata
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Altro che improvvisazione libera, come comunemente si dice magari: un po’ a “casaccio”. Prendi uno che a dir poco se ne intende e la prospettiva cambia. Proprio così: spesso la musica cosiddetta improvvisata di improvvisato ha meno di quel che si pensi, a volta quasi niente. E non è un’invenzione di oggi o di ieri, con voci e strumenti si improvvisa fin dall’antichità; per dirne una: diverse idee per lavori magnifici Bach le ha trovate proprio improvvisando, almeno così la leggenda dice.
E nei tempi moderni, vedi il periodo Novecento? “Beh, penso alla Intuitive music di Stockhausen – attacca il musicista Francesco Zago (http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=7087) chitarristi-compositore esperto del genere con taglio contemporaneo e sperimentale che dal 18 ottobre terrà un Laboratorio di Improvvisazione alla Civica di Musica a Milano e venerdì 25 ottobre sarà in concerto a Villa Litta in quel di Affori, sempre nella capitale lombarda.
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Che strano, uno sente la parola improvvisazione e pensa al jazz… Dunque non è sempre così?
“Esatto. Ne esistono di diversi tipi che diciamo hanno anche un respiro accademico, con molti sentieri aperti. Al di fuori poì, c’è il mondo jazzistico, con tutte le sue derivazioni e contaminazioni. Negli ambiti a me vicini, oltre al modo di Stockhausen, ci si molto altre possibilità…”.
Esempi per far capire meglio al pubblico dei non addetti ai lavori, grazie…
“C’è la cosiddetta Alea controllata di cui si è occupato anche il compositore italiano Luciano Berio; e ancora tutto il lavoro svolto dal compositore americano John Cage; personalmente mi occupo di una modalità che mi piace definire Improvvisazione guidata”.
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Perciò chi è allo strumento, al di là dell’apparente disordine, in realtà nell’improvisazione sa quello che fa…
“Anche quando c’è un approccio libero, cioè non preparato, nell’esecuzione entrano in gioco molteplici fattori, come la cultura personale, la propria preparazione come musicisti e non, ovviamente, e ancora: la propria sensibilità. In altro modo l’improvvisazione è anche il frutto di una scelta…”.
Improvvisare e scegliere cosa suonare, non è una contraddizione?
“Comunemente c’è chi pensa che la musica scritta e la musica improvvisata siano due mondi lontani anni luce. Invece non è così, possono avvicinarsi e dialogare: tra questi estremi esistono molte, moltissime vie di mezzo. E il musicista decide dove stare. Isomma, l’improvvisazione si può strutturare e all’interno di essa ci si può muovere più o meno liberamente”.
In allegato: musiche