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Nel variegato mondo dei concertini didattici, ovvero sostanzialmente scritti per chi studia (ma spesso tanto eseguiti per la loro gradevolezza), capita di imbattersi in “chicche” poco o niente conosciute oppure prese in considerazione. Almeno, fino a prova contraria. Si prendano i concertini violino-pianoforte, “regno” di autori quali Alberto Curci, Oskar Rieding e Leo Pornoff, per dirne solo alcuni. Curiosando qua e là in repertori di rotte meno battute si scoprono firme come Pàl Jàrdànyi e George Perlman. Chi sono costoro è presto detto.

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Del primo, l’ungherese Jàrdànyi, compositore del Novecento scomparso a metà degli anni Sessanta – della serie scuole nazionali – su cui persino le enciclopedie sono avare di particolari (destino toccato a tanti Maestri la cui opera o non è stata abbastanza studiata oppure sono stati richiusi nei loro confini nazionali), si può dire che fu un allievo del più famoso Zoltan Kodaly: ha lavorato prima musicale e in seguito è stato nominato come professore al Conservatorio di Budapest (oggi nella stessa città la scuola di musica porta il suo nome). Il suo “concertino” in sintesi è un piccolo concentrato di elementi tipici dei compositori d’area del secolo scorso:  melodie e ritmicità balcanica di radice popolare e armonizzazione più “libera” e imprevedibile rispetto alla scuola ottocentesca: la parte per violino è relativamente easy sebbene abbia caratteristiche differenti rispetto alle melodie di altri pezzi del genere (dunque l’esecutore trova difficoltà differenti) mentre la parte per pianoforte richiede un’esperienza già più avanzata.

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Del secondo, l’americano Perlman, famoso violinista, ha colpito anche la sua longevità e impegno come insegnante: ben 74 anni (60 ore alla settimana). E’ scomparso all’età di 103 anni. Nato in Ucraina, dove per generazioni nella sua famiglia c’erano stati rabbini, dopo aver abbandonato la professione forense esercitata per qualche anno si è dedicato anima e corpo alla musica. L’ascolto del suo “concertino”  chiaramente rimanda al mondo musicale delle sue origini, così come la ritmicità. Un pezzo che può essere eseguito da uno studente relativamente alle prime armi, che dà l’idea di poter iniziare a esplorare un angolo di pianeta musicale diverso.
In allegato: musiche di Pàl Jàrdànyi e Perlman