Caos licei musicali / Se il prof o il maestro diventa come un… “padre”
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Fa impressione vedere così tanti studenti, per strada, a difendere i loro prof. Si dirà il mondo della scuola al contrario. Si immaginavano e si riscontravano di più contestazioni, sgridate e note a casa. E invece… Capita che oggi, 23 marzo 2016, in tutte le città italiane dove sono stati aperti licei musicali gli studenti dei medesimi hanno manifestato per i loro tutor facendo nelle piazze concerti solisti, da camera e persino sinfonici. Ovviamente studenti-musicisti. Il motivo di questa sonora protesta è presto detto. E detto molto in soldoni. Con l’arrivo della legge sulla “Buona scuola” è arrivato il concorso per sistemare i precari. Quelli, tra loro, che ce l’hanno fatta per un gioco di regole, contro-regole potrebbero prendere i posti di quei prof di ruolo (che non potevano fare il concorso perché, appunto già di ruolo) che di fatto, con la loro buona volontà, hanno creato il sistema dei licei musicali, un indirizzo che, al di fuori dei Conservatori, non esisteva. Già per questo dovrebbero rimanere tutti. Ma si sa, le regole sono regole. Però c’è una cosa di cui chi fa le regole dovrebbe, doveva, tenere conto: il prof. di musica per il suo allievo diventa un punto di riferimento per anni, spesso per gran parte della sua formazione. Diventa un Maestro che va oltre al Maestro che insegna come si suona uno strumento punto e basta. Le mete dell’ insegnamento e dell’apprendimento della musica sono sfide che si affrontano in due, insegnante e studente. E privare il secondo del primo, con un colpo di spugna, può far male.