Duo Luciani-Motterle / Se Ravel svela altre verità, oltre Beethoven
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Sesta tappa, appena varcata la metà del ciclo e ultima prima dell’estate, del percorso poetico e personale tracciato da Fulvio Luciani (violino) e Massimiliano Motterle (piano) per laVerdi, entro le Sonate per pianoforte e violino di Beethoven. L’appuntamento è per il 29 maggio al Mac di Milano (ore 11. 30: programma: Ludwig van Beethoven: Sonata in do minore op.30 n.2 (1802) Maurice Ravel: Adagio, dal Concerto in sol (1929-31) versione di Gustave Samazeuilh Sonata n.2 in sol maggiore (1927).
“Superata la metà di un lungo viaggio non si è vicini alla meta ma si comincia ad aver fiducia di arrivare, e ad alzare lo sguardo dai propri passi.Avevamo stabilito alcune tappe necessarie, per logica, per affinità, per derivazione dichiarata anche quando non evidente; le abbiamo fatte, ora possiamo concederci anche altro”, spiegano. E ancora: Ravel avrebbe poco diritto di cittadinanza in un ciclo dedicato a Beethoven. Altra epoca, altra cultura, nessuna linea di continuità tra l’uno e l’altro, anzi, semmai, un po’ di puntiglio da parte del primo nel marcare le differenze. Ma quando si viaggia può capitare di superare un passo e accorgersi che nella nuova valle la luce è inspiegabilmente cambiata, che l’ombra ha un’altra densità, che tutto sembra più lieve o più serio senza che ci sia apparentemente nulla di così diverso.
“L’indagine feroce che Beethoven compie entro l’uomo, per quanto profonda, ha dei confini – continuano – La luce che irradia la musica di Ravel, affatto diversa, semplicemente dice altre cose, in tutt’altro modo e con non minore profondità. Non l’avremmo capito se finalmente non le avessimo messe una accanto all’altra”.
In allegato: adagio di Ravel versione-sestetto