Dibattito / La Babele della musica, le antiche “miniere” e il blocco creativo
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Lo sostiene anche Jordi Savall, uno dei massimi rappresentati della musica antica sulla scena mondiale, oggi la creazione musicale sembrerebbe al palo. Già, proprio così, anche se in molti che popolano altri genere non la pensano come lui. A suo dire molta della produzione odierna non è comunicativa. A questo si potrebbero aggiungere molte altre cose, troppa “scientificità”, alcuni dicono, per altri ci sono linguaggi troppo lontani dalle “possibilità uditive del pubblico” – e questa non è proprio una novità, anzi -. E ancora: la musica elettronica, per certi osservatori una “non musica ma più che altro ricerca sonora”, per altri invece un genere “troppo giovane” per farsi capire. Insomma la Babele è in piena attività e un nuovo Messia, se così lo vogliamo chiamare, in questo campo difficilmente verrà, perché non siamo più nel tempo di queste cose. Per contro: si può dire che il meglio è oggi, perché la pluralità dei linguaggi sta facendo sbocciare centinaia di “fili d’erba”, “fiori” e “alberi” accanto agli arbusti secolari dell’antica e della classica.
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Ma facciamo un passo indietro: riguardo la discussione tutto nasce da un’affermazione del filosofo Adorno – riguardo la musica – sugli “ascoltatori” definiti “risentiti”, ovvero il pubblico stufo forse della classica e deluso dalla contemporanea che non avendo di meglio da ascoltare rivolge l’attenzione verso i secoli lontani. Ma lo stesso Savall ha ricordato che in realtà la musica antica è una scoperta abbastanza recente. Prima il nuovo compositore di turno prendeva la scena e come dire, la musica era sempre un po’ contemporanea e si guardava meno all’indietro. Poi nell’Ottocento, “qualcuno” ha cominciato ad esplorare il passato, per esempio Mendelssohn che ha “ripescato” dall’oblio nientemeno che il grandissimo Bach. Forse non si può dire il punto zero dell’esplorazione, ma i secoli trascorsi dono diventati miniere d’oro e lo sono ancora, ancora oggi si fa quasi a gara per trovare l’opera che non si conosce, l’autore finito nell’ombra e così via. E la creazione? E’ una torre di Babele più che mai, ed impossibile prevedere che cosa succederà. Forse, in effetti, siamo arrivati al capolinea e non ci resta che tornare indietro.