Incontri / La lezione (umana) di Mauricio Kagel
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Certe notizie risvegliano la memoria, in questo caso personale. La notizia è che domenica 5 e domenica 12 maggio al Museo del Novecento a Milano, al mattino, ci sono due appuntamenti dedicati alla produzione pianistica di Mauricio Kagel (1931-2008), nell’ambito del ciclo concertistico che il Divertimento Ensemble dedica quest’anno al compositore argentino. Diversi-pianisti allievi interpretano, nei due concerti, una parte importante per pianoforte di questo autore,e pezzi per piccoli ensemble, sempre al piano. Dopo la notizia, i ricordi. La memoria, appunto.
Non so più quanti anni or sono, ho “incontrato” Kagel, un summit al telefono. Ho semplicemente cercato il suo numero sull’elenco telefonico, abitava il Germania. All’inizio – mi dicevo – che avrei faticato parecchio a rintracciarlo, chissà per quali barriere, uffici stampa, addetti avrei dovuto passare. E invece… Alla prima chiama subito una risposta: “Buongiorno signor Pavanel, piacere!”.
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La telefonata è durata una mezz’oretta in tutto. Un’intervista su una sua opera, il Maestro parlava un discreto italiano. Al di là dei contenuti – interessanti e nuovi all’epoca per me – mi colpì la sua semplicità sia nell’esporre i discorsi sia negli atteggiamenti. Un uomo di quella portata, un compositore di quel livello, un musicista mondiale, che dava una lezione anche di sobrietà, di modestia, di semplicità. Un incontro che nel suo “piccolo” e nella sua “brevità” mi ha lasciato un segno. Ogni volta che vedo e sento “prime donne” ripenso a Kagel, alla sua musica. Che dopo quella telefonata ho esplorato, in maniera quasi totale.