Dalle sonore geometrie di luce di Paul Hauptmeier ai “live” di suoni sintetici e graffianti al teatro dell’Arsenale. Un giorno tra installazioni e musica elettronica, alla Biennale Musica di Venezia 2022 (fino al 25 settembre) Balzo nel futuro, dopo l’arrivo in vaporetto, uno spritz e un tramezzino. All’improvviso sapori diversi, musicalmente parlando una virata voluta dalla direttrice Lucia Ronchetti (www.luciaronchetti.com), che sembra aver traghettato il Festival in un’altra Era – con mondi legati al teatro musicale, alle performance, alla ricerca dei confini sonori, una terra dove il musicista (chiamiamolo ancora così per comodità) è “uno e trino”, compositore-interprete-attore. in una parola: performer. Ma vediamo la giornata, è il caso di dirlo “elettrizzante”.

Entrati nell’esposizione (è in corso anche la Biennale d’Arte, guai a mancarla!), eccoci all’ingresso dell’installazione di Hauptmeier (www.hauptmeier-recker.de), che così lui stesso descrive: <Un’opera sonora ibrida, ancorata allo spazio reale e virtuale. In questo pezzo site specific il pubblico si muove con le cuffie a struttura aperta attraverso l’installazione, ascoltando suoni virtuali che sono – alla maniera di un’applicazione di realtà aumentata – ancorati nello spazio reale e si comportano in base alla posizione e all’orientamento dell’ascoltatore. Allo stesso tempo, questi suoni virtuali si fondono con l’ambiente acustico reale del sito, sottilmente alterato da altoparlanti nascosti. La stanza sarà piena di forme, bordi e pareti di luce proiettata diverse>.

Note di chi scrive, riguardo l”augmented reality sound installation”: si passeggia dentro raggi e coni di luce azzurra, all’inizio in maniera un po’ timida, poi ci si accorge che non ci sono ostacoli e limitazioni e ogni passo che si fa, a ogni geometria che si attraversa, nella cuffia che si è indossati cambia anche la musica, o meglio un colonna sonora fatta di suoni elettronici, che mutano, spariscono, riemergono. Un magma fatto di onde. Per un attimo si può anche immaginare di essere in un’altra dimensione, forse su una astronave alien oppure al centro di un esperimento sensoriale. Si esce dall’ambiente che ancora, addosso, restano le sensazioni; i suoni, l’idea di aver fatto quella che si dice un’ “esperienza immersiva”.

 

Ma non basta, il tempo di un aperitivo al bar, e lo scenario cambia. L’appuntamento è alle 20 presso il Teatro Tese Arsenale, per l’incontro musicale Rizoma/Hunt/College Performer, ovvero i giovani selezionali al College della Biennale…. (2/continua)