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Maestro Lodi Luka, prosegue il suo lavoro esplorativo e quindi compositivo, come è cambiato il suo modo di scrivere in questi anni?
<Il mio modo di scrivere è cambiato negli anni insieme al mio modo di essere, con le esperienze, lo studio, gli incontri, le influenze, insomma con tutto il mio vissuto. Non posso dire di scrivere meglio oggi rispetto a qualche anno fa ma sicuramente lo faccio in modo diverso. Mi piace esplorare nuove vie, nuove tecniche, nuove emozioni e diverse parti di me stesso. Mi capita spesso di iniziare un pezzo nuovo, avendo la sensazione quasi di scrivere per la prima volta. Si fa molta fatica a volte e i ritmi di scrittura sono diventati più lenti ma ciò viene compensato dalla soddisfazione di scoprire una composizione passo dopo passo. Spesso diventa una scoperta di se stessi e a volte quasi una terapia>.
Un settembre prolifico, con un “raccolto importante”: ben due album pubblicati… come mai due lavori insieme…
<Gli album raccolgono registrazioni effettuate negli anni 2016 – 2021. Sono delle registrazioni molto diverse tra loro: alcune live, altre in studio e altre miste. Durante l’ultimo anno mi sono occupato dell’editing del materiale e alla fine sono usciti quasi contemporaneamente due album che sono stati pubblicati dall’etichetta discografica Accademia 2008>.
Parliamo di “Visions”, un doppio…
<L’album “Visions” Chamber Music è stato pubblicato in doppio CD e sulle piattaforme streaming e raccoglie gran parte della mia produzione cameristica, dal 2006 al 2020. La sua realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione di tanti colleghi musicisti che hanno creduto nel mio lavoro e che io ringrazio di cuore. Sono brani molto diversi, composti per strumenti diversi. Ci sono per esempio diverse composizioni per tre, quattro o ensemble di arpe ma anche composizioni che coinvolgono formazioni tradizionali come sassofono, clarinetto, flauto in combinazione con il pianoforte. Anche dal punto di vista stilistico le composizioni riflettono la mia esplorazione in diverse direzioni. Alcune composizioni come la sonata per violoncello e pianoforte o il trio per clarinetto, violoncello e pianoforte hanno una struttura più classica. Altri brani come Changing per sassofono soprano e pianoforte o Take Four per due sassofoni e pianoforte a quattro mani sono fortemente influenzati dalla musica jazz. Una forte influenza della musica balcanica si sente in composizioni come Ornamenti per clarinetto e pianoforte o Echi d’oriente per flauto e pianoforte mentre le textures minimalistiche caratterizzano Visions per due pianoforti. In composizioni più recenti come Pay! per clarinetto e pianoforte le varie influenze e tecniche si fondono insieme>.
Parliamo di “Chamber Concerts”…
<Chamber Concerts raccoglie il concerto per pianoforte e orchestra d’archi, il doppio concerto per oboe, clarinetto, clarinetto basso e orchestra d’archi, Shirah per viola e quartetto d’archi e Remembrance per clarinetto e orchestra d’archi. I due concerti si articolano in tre movimenti molto diversi tra loro. Il concerto per pianoforte inizia con un primo movimento molto giocoso e dinamico per passare a un secondo movimento tutto sospeso, giocato sul timbro con linee spezzate del pianoforte sopra gli armonici degli archi e concludere con un terzo movimento molto violento e percussivo, con forti influenze dalla musica albanese. Il doppio concerto si ispira invece al concerto grosso e alla sua caratteristica contrapposizione tra soli e tutti. Anche in questo caso, ai due primi movimenti abbastanza classici segue un terzo movimento dove si fondono ritmi pop, influenze balcaniche e parti solistiche dal carattere improvvisativo. Shirah ha vinto il primo premio al Concorso di Composizione nella tradizione ebraica, organizzato nel 2017 dall’Unione delle Comunità ebraiche Italiane ed è dunque fortemente influenzato dalla musica ebraica mentre Remembrance riporta le atmosfere, i suoni e i ritmi della mia città natale Shkoder (Albania)>. 
C’è un messaggio extramusicale nella sua musica?
<Molte persone mi dicono di percepire delle scene di film attraverso la mia musica. Questa percezione sarà forse dovuta ai miei studi di composizione in musica per film o alla mia grande passione per il cinema. Le immagini ma anche le parole mi ispirano molto nella scrittura. I titoli dei brani riflettono l’atmosfera complessiva, anche se non posso dire di scrivere musica a programma. Anche la grafia delle mie composizioni riflette molto il contenuto musicale ed emotivo. Nei miei lavori preparativi parto spesso da alcuni disegni o meglio dire scarabocchi che faccio. Sono un modo per tirare fuori e fissare sulla carta materiale dall’inconscio e cercare un disegno complessivo della forma>.
Fino a ora che tipo di riscontri avuto dagli ascoltatori, qualificati o meno…
<Finora ho avuto dei riscontri molto positivi da ascoltatori di ogni tipo. Aver eseguito la mia musica nei contesti più svariati mi ha messo in contatto con un pubblico molto eterogeneo. Spesso ho avuto resoconti o analisi di ascolto più interessanti e fantasiose da ascoltatori meno esperti che esprimono magari solo ciò che percepiscono, senza categorizzare. Mi capita in queste occasioni di scoprire diversi particolari delle mie composizioni ai quali magari non avevo fatto molto caso>.
Come sta promuovendo il suo lavoro, sono previsti concerti o altro?
<Promuoverò gli album in diversi concerti che farò in giro per l’Italia nel periodo novembre – dicembre ma sto pensando di organizzare anche un incontro di presentazione a Milano, con la presenza anche di diversi colleghi strumentisti che hanno contribuito alla loro realizzazione>.
Quali altri progetti ha in vista, sta lavorando su nuove musiche?
<Durante quest’anno ho scritto diverse composizioni per orchestra d’archi che stanno ricevendo proprio in questi giorni le loro prime esecuzioni ma ho scritto anche composizioni per musica da camera che spero verranno presto eseguite. Al momento sto lavorando su una composizione per orchestra sinfonica dal titolo “Bangs on the Space”. Si tratta di una composizione che cerca di sintetizzare in una ristretta durata musicale eventi temporali e spaziali enormi che si trasformano in colori e figure musicali. Essendo in una fase di lavoro, per scaramanzia, non vado oltre a parlare>. 
Più in generale cosa pensa della musica oggi, nel suo settore?
<Penso che la musica d’oggi sia molto ricca e piena di vita ma è da scoprire. Purtroppo non trova molto spazio nelle classiche stagioni concertistiche e anche le stagione specializzate in musica contemporanea spesso non tengono conto dell’estrema varietà della musica d’oggi. Per fortuna si può scoprire molta musica nuova attraverso le piattaforme come Youtube o i social ma molti compositori di valore dovrebbero essere promossi ed avere un contatto diretto con il pubblico>.
Qual è esattamente il suo linguaggio e verso quale direzione sta andando?
<È difficile definire esattamente il mio linguaggio. Forse è un metalinguaggio che fonde insieme le diverse influenze e tecniche che negli anni hanno caratterizzato la mia esplorazione. Attualmente mi sento più in un periodo di cristallizzazione delle varie esperienze e guardo di più dentro me stesso>. 
Compositore, pianista e direttore d’orchestra, lei è tutto questo: una cosa come influenza l’altra?
<Le attività sono collegate tra di loro perchè, come nel caso degli album pubblicati, sono spesso interprete della mia musica. Non è facile dividermi tra queste diverse attività, ognuna delle quali richiede molto tempo e impegno per poter essere svolta al meglio. Non mi piace però l’idea di specializzarmi solo in un’ambito così come credo che il pensiero musicale non sia disgiunto da quello filosofico, letterario, artistico o scientifico. Per me è molto importante poi il contatto fisico con il suono. Se passo un periodo lungo senza svolgere una di queste attività comincio a sentirmi a disagio. Il fatto di provarle con l’orchestra o di studiarle ed eseguirle al pianoforte, porta spesso dei miglioramenti alle composizioni che scrivo. Dall’altro lato le mie composizioni hanno spesso una forte fisicità>.
Lei è noto anche per la rassegna “Musica e Attualità”: in un momento critico come questo crede che gli artisti, i compositori dovrebbero esprimere fare sentire la loro voce anche scrivendo cose dedicate?
<L’esperienza con la rassegna “Musica e Attualità” è stata tra le più belle poichè abbiamo messo a confronto i compositori e le loro creazioni con l’esperienza degli esperti in materia durante gli incontri su musica e cibo, musica e immigrazione o musica e periferie. Purtroppo ci siamo dovuti fermare a causa della pandemia mentre preparavamo l’incontro su musica e natura, un’argomento che mi sta molto a cuore dato che il mio rapporto con la natura è diventato molto importante nell’ultimo periodo. Penso che, come tutti gli artisti, anche i compositori dovrebbero esprimersi con la loro arte sui problemi di attualità. Essendo un’arte che parla direttamente alle emozioni, la musica può arrivare forse ancora più in profondità delle altri arti nella sensibilizzazione delle persone su temi importanti>.