Il festival / A “Inner_Spaces”, prima Glass (con Alberti) poi i suoni vintage di Dozzy
La quarta tappa della rassegna “Inner Spaces” all’Auditorium San Fedele di Milano, lunedì 6 novembre, è uno degli eventi più attesi della stagione autunnale e già sold out da settimane. Il produttore romano Donato Dozzy, tra i pochi italiani ampiamente e universalmente acclamati nei circuiti internazionali di musica elettronica, si esibisce dal vivo con un set inedito in quadrifonia e strumentazione – la propria – esclusivamente analogica, tra cui un sistema modulare Buchla 200e e una coppia di synthi VCS3 d’epoca. Con la sua rara capacità di farsi strada nella mente delle persone sia in contesti contemporanei che classici, Dozzy riesce sempre a smuovere lo stato d’animo del suo pubblico, che trasporta in simbiosi attraverso viaggi sonori ipnotici di volta in volta differenti, minimali ancorché ricchi di dettagli, senza cavalcare tendenze o tracciati già percorsi.
Apre il concerto il duo pianistico composto da Emanuela Piemonti e Alfonso Alberti, per eseguire una delle opere più riuscite di Philips Glass, “Four Movements” del 2008, sintesi magistrale del minimalismo espressivo dal forte impatto emotivo, alla stregua della grande stagione degli anni ’80 con la composizione della colonna sonora del film “Koyaanisqatsi”. L’originalità della proposta consiste nell’articolare i Quattro movimenti di Glass con una serie di trascrizioni di brevi brani organistici di J.S. Bach realizzati da György Kurtág. Un incastro con effetto contrastante: le misurate e tenui sonorità del maestro di Lipsia faranno da contraltare al massiccio flusso sonoro di Glass. Ma ecco i profili degli artisti.
Alfonso Alberti suona (il pianoforte) e scrive (libri sulla musica). Sua grande passione è la musica d’oggi, nella convinzione che essa sia un’opportunità formidabile per capire il tempo che ci troviamo a vivere, e noi stessi che viviamo in questo tempo. I suoi programmi da recital amano tessere rapporti fra le diverse epoche, con l’intento di mostrare l’unità del percorso storico musicale. Alfonso Alberti ha suonato in luoghi come il Konzerthaus di Vienna, il Lacma di Los Angeles, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, la Cappella Paolina del Quirinale, il Teatro Bibiena di Mantova, la Tonhalle di Düsseldorf; fra i direttori con cui ha collaborato vi sono Tito Ceccherini, Gustav Kuhn, Yoichi Sugiyama, Arturo Tamayo, Pierre-André Valade. Ha pubblicato più di venti dischi solistici e cameristici, ultimo fra questi il cd per pianoforte e orchestra “Giorgio Gaslini – Murales Promenade”, edito da Stradivarius (Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, direttore Yoichi Sugiyama). Per la stessa etichetta, il cd col “Concerto per pianoforte e orchestra di Goffredo Petrassi (Orchestra della RAI, direttore Arturo Tamayo)” ha vinto il Premio della critica come miglior disco 2012 in Italia. Un’intesa musicale e umana particolarmente significativa lo ha legato a Giorgio Gaslini, che gli ha dedicato i suoi ultimi brani per pianoforte e il Concerto per pianoforte e orchestra. Fra i suoi libri: La rosa è senza perché. Niccolò Castiglioni, 1966-1996 (LIM), Vladimir Horowitz (L’Epos) e Le sonate di Claude Debussy (LIM). Alfonso Alberti ama il genere del concerto dialogato, in cui presentare al pubblico i caratteri mutevolissimi del repertorio pianistico e offrire chiavi di lettura sempre nuove. Il suo ideale è un ascolto consapevole che si addentri sempre più a fondo nei significati della musica e nei suoi labirinti. Nel 2010 il canale televisivo Sky Classica gli ha dedicato un documentario per la serie Notevoli. Dal 2017 è uno dei conduttori delle Lezioni di musica di Radio3. Di questo stesso anno è la sua prima raccolta di poesie, Due, volume a quattro mani con Gianni Bombaci per l’editore Il Raccolto. Del 2019 è una plaquette con cinque sue poesie e tempere originali di Adalberto Borioli. E ancora.
Donato Dozzy (vero cognome Scaramuzzi) è considerato tra i migliori esponenti di musica elettronica della sua generazione in Italia nel mondo, dove si è costruito la propria fama come dj, compositore e produttore. Come in uno stato di perenne sfida creativa con sé stesso, Dozzy dimostra di possedere una grandissima capacità e varietà in termini di suono e metodo, che riversa attraverso le numerose uscite discografiche, le installazioni per spazi pubblici e musei, gli strumenti musicali anche inusuali che utilizza e i progetti collaborativi con altri produttori, cantanti e artisti visivi. I suoi set sono così lussureggianti e ipnotici da essere considerati terapeutici. Le sue registrazioni ed esibizioni consistono nella costruzione di suoni in lenta evoluzione, con ritmi minimi ma dettagliati e la presenza occasionale di elementi naturali o trame sintetiche che li evocano. Dozzy impara a fare il dj nei primi anni Ottanta e inizialmente alterna generi come dub, reggae e italo disco. Si innamora della techno e dell’acid house alla fine di quel decennio, ma trascorre gran parte degli anni Novanta concentrandosi sullo studio invece che sulla musica, laureandosi in scienze politiche all’Università di Roma. Avvia una residenza da dj al club romano Brancaleone nel 1999 ed entra a far parte di una band chiamata Kitchen Tools nel 2001. Dopo essersi trasferito a Berlino nel 2004, diventa resident al Panorama Bar, che contribuisce ad accrescere la sua fama. Inizia a pubblicare singoli su etichette come Orange Groove ed Elettronica Romana, spesso in collaborazione con produttori come Brando Lupi e Giorgio Gigli, e fonda la Dozzy Records nel 2006. Il primo album da solista, “K”, è pubblicato da Further Records nel 2010. L’anno successivo riceve enormi consensi per il suo progetto ambient techno Voices from the Lake – creato con il sound designer Giuseppe Tillieci aka Neel – il cui omonimo album di debutto appare nel 2012. Da allora, gli album di Dozzy diventano più concettuali, esplorando materiale di origine limitata, come i suoni prodotti da un singolo artista (“Donato Dozzy plays Bee Mask”) o uno strumento (“The Loud Silence”, derivato dall’arpa a bocca). L’artista romano gira nei più quotati festival internazionali, realizzando set molto acclamati come quelli al Labyrinth in Giappone nel 2007 e nel 2008. Sempre nel 2008, insieme a Nuel (Manuel Fogliata), lancia l’etichetta Aquaplano e pubblica una serie di 12″ techno limitati, andati rapidamente esauriti e ottenendo lo status di cult. Nel 2014 collabora con la vocalist Anna Caragnano per l’album “Sintetizzatrice”. Dozzy e Neel creano l’etichetta Spazio Disponibile nel 2016, mentre Dozzy da solo continua a pubblicare singoli su altre etichette tra cui Bunker New York, Claque Musique e Eerie. Il suo full-lenght influenzato dall’acid techno “Filo Loves the Acid” è pubblicato da Tresor nel 2018. Per le “One Instrument Sessions” dal suono retrò del 2019, utilizza esclusivamente un EMS synthi AKS. Nell’ottobre 2020 esce Il Quadro di Troisi, il suo primo progetto synth pop con l’artista elettronica italiana Eva Geist, ovvero Andrea Noce.
(info: www.centrosanfedele.net)