I miti sull’evasione fiscale
Due considerazioni sull’italiano evasore e su Berlusconi suo paladino. In un’intervista che ho realizzato al professor Maisto, un tributarista non certo berlusconiano, emerge una prima bottarella ad un luogo comune molto forte in Italia: e cioè che l’evasione degli italiani sia un unicum internazionale. Il professore contesta questa suggestione e cita tre esempi. Il primo sono i famosi conti segreti del Lichtestein scoperti l’anno scorso: ebbene in mezzo c’erano contribuenti di tutta europa e non solo italiani. Il secondo è la battaglia ai paradisi fiscali fatta da Germania e Uk proprio perchè questi sono i due paesi che più soffrono la fuga verso il paradiso. Infine lo scudo fiscale appena varato dagli Stati Uniti. Si diceva che lo scudo fiscale per rimpatriare i quattrini degli italiani dalla Svizzera varato da Tremonti fosse il segnale della nostra predisposizione a scappare. Non siamo i soli.
Secondo banale considerazione contenuta in un pezzo del Giornale di oggi sulla lotta all’evasione del governo Berlusconi. Nel secondo semestre con Tremonti imperante gli accertamenti fiscali sono raddoppiati rispetto ai primi sei mesi “vischiani” dell’anno. E l’imposta recuperato (anche se solo sulla carta) è passata da 4 miliardi del primo semestre a 16 miliardi: quattro volte di più.
La zuppa non è tenera per partito preso con Berlusconi e soprattutto con l’apocalittico e biblista Tremonti, ma la balla che il governo aiuti gli evasori conviene sgomberarla. Così da ricordare ai nostri due della promessa elettorale di ridurre le imposte per tutti.