Oggi il parlamento ha votato in modo bipartisan (tutti d’accordo) l’introduzione delle quote rosa nei cda delle società quotate. Al cuoco sembra davvero una scemenza. E’ come se mi obbligassero ad assumere almeno un quinto di donne nella mia cucina. Oppure se una legge mi imponesse di moderare e pubblicare almeno un quinto di post di donne. Ma il merito? Chissene frega del genere. Potrebbe anche darsi che in un cda si ritrovino solo donne, poichè tutte particolarmente qualificate per quel mestiere. O viceversa. L’introduzione delle quote è una roba da pazzi. Forse questo è il buon motivo per il quale il parlamento è stato così compatto nel voto. Il cuoco si mette ora alla ricerca dei pericolosi maschilisti che hanno votato contro. Siamo quasi certi che in essi la dose di cultura liberale sarà superiore alla media.
Perchè non votare una legge che preveda una quota, che sò, di under 40. Si parla tanto di disoccupazione giovanile. Scemenza per scemenza si potrebbe forzare la situazione anche per costoro.
Un ultima considerazione riguarda gli stessi che hanno votato per le quote rosa. Ma per quale diavolo di motivo obbligano le società quotate e private ad adottare questa assurda norma e non sono partiti a casa loro? Perchè ad esempio non hanno imposto a se stessi (le liste elettorali per dirne una) la medesima medicina? Avrebbero così avuto tempo di capire che baggianata demagogica stavano facendo, senza spaccare la testa ai privati cui tocca affrontare questioni ben più serie che la composizione per genere o razza dei propri board.

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