Ieri la Confindustria ha firmato un accordo con la Triplice per annacquare l’unica piccola riforma prevista dalla manovra finanziaria di questa estate. L’articolo 8 prevedeva la possibilità di derogare allo statuto dei lavoratori. E in particolare all’articolo 18, quello sui licenziamenti. Ma c’erano dei paletti grandi come un grattacielo per fare ciò.
1. era necessario un preventivo accordo con i sindacati
2 solo alcune aziende potevano derogare allo Statuto: quelle in stato di crisi, quelle che trasformavano i contratti da determinati in indeterminati e le start up.
3. Il licenziamento senza giusta causa restava sempre vietato. Ma al posto del reintegro, presvisto dallo Statuto dei lavoratori, si può in questi determinati casi pagare un indennizzo adeguato.
4. Ovviamente questa norma non si applicava a specifiche categorie di lavoratori, come ad esempio le donne in maternità.
Ebbene questa blanda, blandissima riforma, è stata resa vana dall’accordo che ieri la Marcegaglia ha fatto con i sindcati confederali che nel futuro si asterranno dall’utilizzare la facolatà di deroga dello Statuto concessa l’ora dalla nuova norma introdotta dal governo.
Complimenti alla Confindustria che chiede al governo riforme e in uno dei rarissimi casi in cui è stata accontentata le getta a mare.

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