Le liberalizzazioni e i potenti
Il cuoco ritiene che si debba liberalizzare a più non posso. Il principio è semplice. Da una parte ci sono i fornitori dei servizi e i produttori, dall’altra gli utenti e i consumatori. Col tempo i primi si sono organizzati per ridurre la competizione e per rendere i loro prezzi più alti che in un mercato del tutto competitivo.
Sia chiaro la competizione è molto faticosa. Ne sanno qualcosa milioni di piccoli imprenditori che ogni giorno si devono guadagnare la pagnotta, e non possono mai rimanere fermi. Bando alle ciance e passiamo ai fatti concreti.
é vero che il servizio taxi non è liberalizzato? Sì. é vero che le farmacie non sono liberalizzate? Sì. Per citare solo due casi tra i tanti. E sui quali si sta concentrando il governo. Cosa accadrebbe se si liberalizzassero i due settori? I produttori perderebbero reddito. Anche su questo non c’è dubbio. Tassisti e farmacisti (per citare i nostri casi) se la vedrebbero male.
Ma la riduzione inevitabile del reddito di queste due componenti si scontrerebbe con una società del tutto bloccata. Nel senso che loro perderebbero le loro rendite di posizione, mentre intorno a loro tutti continuerebbero a fare gli affari loro. Protetti.
Le liberalizzazioni impongono una scelta: stare dalla parte dei produttori o dei consumatori. Ma danneggiare i produttori senza migliore loro la vita in qualità di consumatori è un’ingiustizia.
Faccio un esempio finanziario di queste ore. Per salvare le assicurazioni Fondiaria Sai dal tracollo è stato permesso alla Unipol di portarsele a casa, senza fare una scalata sull’intera società. Semplifichiamo: se prediligono le necessità del produttore (nuovo azionista di controllo Unipol) a quella del consumatore (azionista di minoranza di Fonsai). Il tutto per un supposto bene collettivo: che la compagnia resti in Italia, che le banche finanziatrici non saltino, e via discorrendo. Posizione legittima (anche s enon gradita al cuoco).
Ma come facciamo a spiegare ad un tassista che perde lavoro e reddito, ad un farmacista che rischia di fallire, che per lui il mercato è d’obbligo in quanto imprenditore o artigiano, ma in quanto risparmiatore è un optional. Oltre all’esenzione di Opa per le minoranze, la vicenda Fonsai crea un gruppo assicurativo dominante nel ramo Rc auto. é vero che con il “bel altro” non si combina mai nulla e da qualche parte tocvca partire: ma come dice bene l’amico liberale Stagnaro “l’ingente capitale politico” speso da questo governo per le liberalizzazioni di Taxi e Farmacie forse lo poteva spendere per settori ben più protetti e soprattutti più importanti per l’economia nazionale. O no?