Il ministro dell’Economia Vittorio Grilli nel 2004 ha comprato una casa di 300 metri quadrati ai Parioli. Pian terreno con giardino. L’ha pagata poco più di un milione di euro, circa 3.300 euro al metro. Ha inoltre ottenuto un mutuo di 1,5 milioni. Come scrive l’agenzia Bloomberg, il prezzo sembra assai inferiore a quello di mercato. All’epoca dei fatti l’attuale ministro era Ragioniere generale del Tesoro. Diventò poi direttore generale e infine, grazie a Monti, ministro. Secondo gli agenti immobiliari di Tecnocasa, all’epoca il valore della casa (anche se da ristrutturare) in questa bella zona di Roma, era di minimo due milioni.
Perché riportiamo questi fatti, scovati da Bloomberg? Semplice: vogliamo seguire i consigli di Mario Monti e uniformarci alla cultura del sospetto che in tema fiscale dilaga in Italia. Vogliamo contribuire alla «guerra all’evasione». Allora chiediamo al capo delle Finanze – e cioè Grilli – di spiegarci per filo e per segno cosa giustifichi questo affarone. Lo sa che oggi avrebbe subito un accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate, visto il grande differenziale tra valore di mercato e valore pagato? All’epoca era malcostume diffuso segnare in rogito valori inferiori all’effettivo pagamento. A beneficio del venditore, certo. Ma con la complicità dell’acquirente. Possiamo essere intransigenti con il ministro dell’Economia e delle Finanze, così come i suoi uffici lo sono con noi? Ci possono essere molte spiegazioni al fatto che abbia ottenuto un mutuo superiore del 40% al prezzo pagato, ma forse non sarebbe il caso di dettagliarle? E non rispondere, come ha fatto ieri Grilli, in modo piccato e offeso. Ha mai visto Grilli come vengono trattati i contribuenti quando sono vittime (sì, vittime) di accertamenti fiscali? Ha mai visto come si svolge un contraddittorio davanti al funzionario dell’Agenzia delle entrate (suo dipendente) che, fino a pochi mesi fa, veniva premiato su quanto riscuoteva? Ecco, faccia un bagno di umiltà e si sottoponga alla stessa intransigente trafila a cui sono sottoposti 40 milioni di italiani.
Pochi giorni fa, Grilli ha detto che se le entrate derivanti dall’Imu risultassero superiori alle attese, ciò sarebbe «salutare» per l’Erario. Sarebbe «salutare» anche che ci spiegasse il suo affare ai Parioli, con estratti conto, visure, mutui e informazioni sul venditore. Insomma, che fosse intransigente con se stesso come lo è con noi italiani. Aspettiamo. E a differenza dei suoi uffici, vogliamo credere alla sua correttezza.