Il bilancio rosso di Stato
Oggi la banca d’Italia ha pubblicato il suo bollettino statistico sui nostri debitucci. Ha certificato ciò che già sapevamo: nel 2012 il debito pubblico è cresciuto di 81,5 miliardi. Attenzione i numeri che cuciniamo in questa zuppa non sono mai percentuali. Altrimenti mettendo in rapporto il debito al Pil, potremmo sempre pensare che il peggioramento della situazione sia solo un effetto ottico derivante dalle decrescita del Pil e non già dalla crescita del debito. Un po’ incasinato, ma spero sia chiaro il senso.
Andiamo a vedere i numeretti. Come detto il debito è salito a 1988,4 miliardi di euro a fine 2012, rispetto ai 1906,8 miliardi di fine 2011, periodo nel quale a detta di tutti (tranne che degli interessati) l’Italia non era in grado di pagare gli stipendi.
Gli incassi di bilancio sono passati da 436 miliardi a 453 miliardi del 2012. Un incremento di 17 miliardi. La bestia statale ha recuperato diciassette miliadri di cassa in più dai contribuenti.
Qualche ingenuo potrebbe ritenere che sia diminuita la spesa corrente, le uscite di cassa. Ma va là. Nel 2012 lo Stato ha sborsato 469 miliardi, dieci miliardi in più rispetto all’anno precedente (da questo calsolo abbiamo escluso le spese in conto capitale, per gli investimenti insomma, che invece sono diminuite da 42 a 40 miliadri).
Finalmente, scorrendo il bollettino, si arriva al Fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche. Ebbene quello del 2012 è stato superiore rispetto a quello di quando stavamo per fallire di 2 miliardi di euro e pari a 65 miliardi di euro.
Riepologhiamo le poste fondamentali: la Bestia statale ha mangiato più biada nel 2012 che nel 2011 gentilmente fornita dai contribuenti italiani. Ha speso con maggiore allegria. E il saldo finale (entrate – uscite) è andato peggiorando.
La Banca d’Italia nota come l’aumento del debito sia dovuto per 30 miliardi (su 81 complessivi) dagli aiuti che abbiamo dato ai meccanismi di stabilità europea.
La morale è molto semplice. Il debito aumenta nonostante le finte privatizzazioni (spostare aziende pubbliche dal Tesoro al Cassa depositi e prestiti ha reso circa sette miliardi). L’aumento delle tasse non riesce mai a stare appresso a quello delle uscite e la differenza si scarica in maggiore debito pubblico. Le spese, in termini assoluti non si fermano mai. L’unica soluzione resta quella di affamare la Bestia, fare la chemio alla bestia statale orami malata cronica: e cioè mettere un tetto, in termini assoluti, alle entrate. E con quella cifra sfamare lo sfamabile.