Il mistero di Lisa Jeanne, l’esperta che piace a Bersani
Il futuro di Finmeccanica è nelle potenti mani di due personaggi influenti: Guglielmo Epifani, segretario del Partito democratico. E Lisa Jeanne, ricercatrice francese dell’Institut d’études politiques de Paris (Sciences Po) che da tempo si occupa del caso. Le mani di Epifani sono decisamente più famose: sono quelle, per intenderci, che reggevano il pizzino in cui un fotografo dalla vista lunga ha immortalato i nomi per le prossime nomine da fare anche nel gruppo della Difesa. Ma gli arti che contano sono quelli della professoressa Jeanne. È lei, proprio lei, che ha scritto un poderoso studio sul gruppo italiano e che è stato pubblicato in tre puntate da Nens, il centro studi fondato da Pier Luigi Bersani che tiene insieme le migliori menti economiche della sinistra.
Lo studio ha avuto e continua ad avere un’eco straordinaria. Il titolo della ricerca è inequivocabile: «Decisioni governative: o radicali o controproducenti». La studiosa francese chiede «un rovesciamento copernicano di una strategia manageriale erronea, erratica, inconcludente» e così via. Distrugge, l’esimia ricercatrice di Sciences Po, l’attuale gruppo dirigente di Finmeccanica. È miele per le orecchie di chi sta pensando, in occasione della prossima assemblea del 4 luglio, al ribaltone nel gruppo. Dalla Francia ci chiedono la presa di Monte Grappa. La dettagliata ricerca di Nens, grazie alla vitalità di cui le buone idee godono, è passata ovunque: dai siti ai quotidiani. L’ultimo a citare lo studio della Jeanne è stato il Corriere della Sera.
Ecco perché la Zuppa si è messa sulle tracce della nostra eroina. Vogliamo un’intervista della Jeanne? Occorre rintracciarla. La rete, che pure tanta gloria le sta riconoscendo in Italia, non la conosce. O meglio Google non scova Lisa Jeanne. Alcune ce ne sono: una giornalista a San Francisco e una parrucchiera a Chicago. Su di lei, lo sterminato mondo della rete, ci propone solo la ricerca pubblicata da Nens. Può darsi che sia una fantasia del Big Data e che abbia escogitato un buon metodo per celare la sua presenza accademica nella volgare matassa di internet. Proviamo a questo punto il motore di ricerca dell’università parigina che la dovrebbe annotare tra le sue menti più brillanti e digitiamo Lisa e poi Jeanne e poi anche separati: non troviamo un bel tubo. Niente. Come se non esistesse. Ma è ovvio, come leggiamo sulla sua striminzita presentazione di Nens, la nostra Lisa «è una ricercatrice francese di Sciences Po che da tempo si occupa del caso Finmeccanica». Forse, la poveretta, solo di questo si occupa e il motore di ricerca dell’università snobba la sua monomania, per di più rivolta ad un’impresa italiana. Questi maledetti francesi.
Riepiloghiamo: Lisa Jeanne per la rete non esiste, per il sito della sua università tanto meno e per la nostra conoscenza dei fatti italiani mai sentita. Non resta che il telefono. «Buon giorno sono il cuoco della Zuppa e vorrei parlare con la vostra ricercatrice Jeanne o comunque avere una mail per contattarla». «Cosa?», ci dicono dall’altra parte del telefono. «Sono Nicola Porro, un giornalista, vorrei parlare con Lisa Jeanne». «Un momento». Passa qualche istante. «Non abbiamo alcuna Lisa Jeanne, ma cerca un studentessa?». «Ah sì, perché no», rispondo, pensando che in fondo un piccola millanteria non si nega a nessuno. «Non ci risulta».
Lisa Jeanne, ti prego, se esisti batti un colpo. Con le tue puntute analisi stai contribuendo a cambiare la governance di Finmeccanica, ma sembri non esistere. Nessuno da queste parti può ritenere che persone serie e fredde come Bersani e Visco (altro fondatore di Nens) si siano inventati una ricercatrice per dare sostanza al fogliettino che teneva in mano Epifani. Questo non lo crediamo. Lisa, se ci sei, batti un colpo. Anche se non hai gli occhi blu.